Lee Marvin prende dodici militari carcerati e ne fà un gruppo unito e compatto disposto a tutto.
Titolo: Quella sporca dozzina
Cast: Lee Marvin, Ernest Borgnine, Robert Ryan, Charles Bronson, Jim Brown, John Cassavetes, Telly Savalas, Donald Sutherland, George Kennedy, Richard Jaeckel
Regia: Robert Aldrich
Protagonisti: Criminali, Militari
Materia: Esercito, Guerra
Energia: Addestramento, Combattimenti, Organizzazione Colpo
Spazio: Usa, Francia
Tempo: Seconda Guerra Mondiale
Il maggiore John Reisman, famoso per i metodi poco ortodossi è assegnato al progetto amnistia, che consiste nell’addestrare 12 militari “volontari”, squinternati, condannati a morte o a lunghe pene detentive in un breve periodo, per una missione suicida segreta.
La missione consiste nell’infiltrarsi dietro le linee nemiche per attaccare un castello, luogo di ritrovo di ufficiali tedeschi e ucciderne più possibile, in modo da tagliare la linea di comando alla vigilia dello sbarco in Normandia.
Uomini incapaci di sottostare a qualsiasi disciplina, pian piano, con un duro addestramento sotto l’occhio vigile del maggiore Reismann, trovano uno spirito di squadra che anche se ben lontano dai canoni dell’esercito è l’atteggiamento ideale per il tipo di missione.
Pietra miliare del cinema, un classico film di guerra che presenta tematiche indovinate e personaggi ben caratterizzati e interpretati da grandi attori.
Il tema della super missione suicida affidata ai criminali della peggior specie, rifiuti della società, che hanno la loro occasione per riscattare la loro vita gettata al vento, funziona e come grazie alla scelta del plot.
La trama che presenta nella prima parte l’addestramento e il consolidamento del gruppo, prepara il campo alla seconda, dove i nostri protagonisti entrano in azione potendo riscattarsi ed elevarsi a rango di eroi o almeno quasi tutti, c’è sempre l’irrecuperabile.
Voto Finale: Imperdibile
Frase del film: Personalmente giudico il sabotaggio una vera scemenza, un soldato deve vestire la sua uniforme con onore e uccidere il nemico, ma questa è un’altra faccenda.