Faceva caldo, sì! Ma non avevamo scusanti.
In piedi dalla notte precedente, non un minuto di sonno, non un attimo di riposo... solo perenne e costante "ciarlare" tra noi. Su tutto. Praticamente lo scibile si dipanava dinnanzi a noi fuoriuscendo dalle nostre bocche arroventate. Dal cielo al caldo, dal Tizio allo scandalo del venerdì precedente. Passammo in rassegna tutti, ma proprio tutti i modi possibili per poter evitare quel giorno (il successivo) e la notte volò via in un battibaleno portandoci di fronte all'ora X. Scaraventandoci di fronte all'ora X!!!
Schiacciate col muso ai finestrini dell'auto, ci guardavamo quasi in panico, sapendo che non avremmo mai potuto superare quel giorno senza almeno delle ferite gravi o almeno qualche punto di sutura! Non v'era dubbio alcuno, avremmo dovuto inventare qualcosa lì, seduta stante, mentre il sudore imprelava le nostre fronti.
Ma cosa?!?
Le lancette dell'orologio da polso di P. erano quasi divenute tamburi assordanti. Eppure eravamo in mezzo ad una folla indiavolata di persone. Come facevamo a sentire addirittura i battiti dei nostri cuori? Incredibile!
L'adrenalina saliva e con essa la nausea.
Con cosa avevamo fatto colazione? Latte? Avanzi di pizza? Vomito? Santo cielo, sapevo solo che se non avessi fatto qualcosa la mia coscienza mi avrebbe stretto nella sua morsa e mi avrebbe portato direttamente al macello.
"P. che facciamo?"
"R. non lo so!"
"P. siamo morte, lo sai?"
"Sì R., lo so!"
"Ci buttiamo?"
"Ma che sei matta? Non ci penso minimamente... ci scuoieranno!"
"Ma non abbiamo via d'uscita, non c'è scelta, capisci?!?"
"Sta' zitta! Una via c'è!"
Ammiccando cominciava a muovere i piedi, poi le gambe, camminava a passo lento, poi svelto, si allontanava...
"Cosa diamine fai?"
"L'unica plausibile! Mi segui o resti lì?"
"Cazzo, ti seguo tutta la vita!"
"Allora comincia a correre!"
Per ben 20 minuti la strada scivolò sotto di noi. Non ci voltammo indietro nemmeno una volta. Senza accorgercene ci ritrovammo al punto di partenza. Questa volta da sole!
"Beh e adesso? Che facciamo?"
"P. non lo so... tu che vuoi fare?"
"Mah io ne comprerei uno!"
"Intero?"
"Beh sì, se poi non ci va lo buttiamo via!"
"...mmmh, ok!"
Lo mangiammo tutto!
Una vaschetta intera di affogato al caffè in due!
Dopo aver marinato la scuola durante il compito di matematica passando una notte insonne a non studiare, sembrava la cosa più saggia da fare!