È successo un paio di giorni fa, alla spiaggia di Cala Violina. Più precisamente sugli scogli. Sofia voleva esplorare dove alcuni bambini stavano dando la caccia ai granchietti. Le ho detto che secondo me era meglio fare il giro e passare sulla sabbia. Lei ha voluto camminare sugli scogli coperti di alghe. È bastato un secondo. L'ho vista scivolare in avanti e sbattere (per fortuna) prima la spalla e poi la testa. Pronti via ecco l'arcata sopraciliare gonfiarsi e qualche goccia di sangue uscire da una leggera sbucciatura. Sofia ha subito iniziato a piangere. Io l'ho sollevata e le ho chiesto come stesse. Mentre la consolavo cercavo di rendermi conto della gravità della botta. Siamo prima passati dal nostro ombrellone, dove per fortuna i nostri vicini (casualmente svedesi) avevano una bottiglia tenuta in freezer, e quindi piena di ghiaccio, e poi siamo subito andati al posto di primo soccorso, che è proprio sopra la spiaggia.
Lì sono stati cortesissimi e molto professionali. Le hanno subito dato una borsa di ghiaccio e l'hanno visitata. Apparentemente solo una botta e un grande spavento, però tutte le raccomandazioni in caso di nausea, cefalea e altri sintomi strani.
Dopo pochi minuti è tornata quella di sempre.
Passato, per entrambi, lo spavento, ecco i vari pensieri...la scena che te la rivedi al rallentatore...la coscienza (con sudori freddi) di cosa sarebbe potuto succedere, il sospiro di sollievo per cosa non è successo...mille pensieri....poi la abbracci. Basta pensare.
In macchina al ritorno Eleonora ha potuto dormire. Sofia no. Su consiglio del medico.
Due giorni dopo si vedono a malapena i segni.
Tutto è bene ciò che finisce bene.