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Quelli che … il Partenariato Trans – Pacifico (TPP)

Creato il 07 ottobre 2015 da Gianluca Pocceschi @geopolitiqui

Trans – Pacifico ovvero attraverso l’Oceano Pacifico, il più grande mare del Pianeta unisce le sue terre con una cooperazione senza precedenti. Il 40% dell’economia globale viene scambiata e prodotta nei paesi membri.

Questa settimana ad Atlanta, dopo 5 anni di intensi negoziati,  Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti e Vietnam hanno concluso l’accordo per promuovere lavoro, crescita sostenibile, sviluppo integrato e innovazione nella regione Pacifica emersa sia americana che asiatica.

Molti dei paesi sono già legati tra loro da altri accordi di cooperazione commerciale come il NAFTA tra Canada, Messico e Stati Uniti. Nel 2011, gli scambi commerciali degli Stati Uniti con Canada e Messico superavano il volume dell’intero commercio con i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), Giappone e Corea del Sud uniti insieme.

Per non parlare delle performance dell’Alleanza del Pacifico nata dalla dichiarazione di Lima nel 2011 tra Cile, Messico, Colombia e Perù. Nella sua breve vita l’Alleanza del Pacifico ha attratto come osservatori 34 paesi diffusi in 6 continenti. L’interesse suscitato negli outsiders verte principalmente sulla condivisione dei principi di libero mercato e di democrazia dei paesi membri. La seconda calamita dell’Alleanza è la sua grandezza. Infatti, comprende: 200 milioni di persone, possiede il 35% del PIL dell’America Latina e metà dell’esportazioni continentali.

Le contrapposte, Banca d’investimento per le Infrastrutture Asiatiche (Asian Infrastructure Investment Bank – AIIB),  argine della Banca di sviluppo dell’Asia (Asian Development Bank – ADB) includono la prima Singapore e Nuova Zelanda e la seconda il Giappone. Le due istituzioni finanziarie hanno una differente visione politica, economica e sociale dell’Asia enunciata nei due motori guida: AIIB a guida cinese e ADB a guida giapponese.

I buoni e mansueti propositi degli accordi non ledono però la dignità di nessuno Stato partecipante. Non si menziona il libero mercato vista la presenza del comunista Vietnam. La parola democrazia è stata bandita considerato il Brunei, ma c’è la lotta alla povertà anche se tra i membri figura il paese con il più alto tasso di milionari rispetto alla popolazione, la città – stato di Singapore. Formalmente, tutti gli accordi non si pestano i piedi, ma hanno delle radici molto difficili da tenere insieme.

Il senso del partenariato sembra essere quello dell’ennesima facciata da spot elettorale descrivendo un quadro geopolitico enorme, epocale e portatore di un grande cambiamento negli anni avvenire. I parlamenti nazionali devono ancora ratificarlo, ma gli stati sono già famosi in tutto il mondo come quelli che… il Partenariato Trans – Pacifico.


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