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E insomma, alla fine, Silviuccio l’hanno condannato per davvero.
E in via definitiva.
4 anni, di cui 3 indultati.
Uno se lo dovrà fare per forza, ma avendo più di settant’anni, dovrà scegliere tra i domiciliari e i servizi sociali. E in virtù della riforma Severino (che lui stesso ha votato – BIG LOL) che impedisce ai condannati con pene superiori ai due anni di potersi candidare, praticamente è interdetto alle attività parlamentari.
Se fosse un uomo di parola, dovrebbe andare oggi stesso davanti al primo carcere perché “Ho quasi 78 anni e avrei diritto ai domiciliari, ma se mi condannano, se si assumono questa responsabilita', andro' in carcere.”
Se fosse un uomo di parola, si farebbe da parte, perché “Uno che viene colto con le mani nel sacco e che subisce una condanna definitiva in cui si dimostra che lui è stato evasore del fisco, io credo abbia il buon gusto di mettersi da parte…”
Ma sappiamo che non è un uomo di parola.
Anzi.
È tutto l’opposto.
Non oso immaginare cosa stiano passando in tv in questi giorni lì da voi.
Sarà sicuramente già passato per il martire della situazione.
Più che altro, da qui a breve, dovrete immaginarvi Berlusconi che fa il recluso in casa mandato in onda a reti unificate stile “Grande Fratello” o peggio ancora: sorbirvi ore e ore di cinegiornali con Silvio che dà da mangiare ai vecchietti (come lui) in un ospizio, tra sorrisi finti e tirati, giornalisti, flash e santificazioni urbi et orbi del nuovo santo da Arcore, che si è immolato contro la magistratura kattiva per difendere la libertà.
La seconda è un’ipotesi da brividi.
Immaginatelo mentre sfama gli indigenti extracomunitari...BRRRR
Resta il fatto che per la giustizia italiana (e non solo) è certificato quello che sapevamo già da tempo: Silvio Berlusconi è un pregiudicato, uno che infrange la legge, e che ha sempre fatto di tutto per sviarla.
Ad ogni modo, il problema vero rimane sempre lo stesso: e non si chiama Berlusconi.
Si chiama “italiani”.
Gli italiani che lo sostengono, che hanno continuato a votarlo in tutti questi anni, e che dopo la condanna, lo hanno elevato come eroe (inter)nazionale. Anzi, come propria divinità.
La – magra – consolazione è che si tratta di persone così.
Roba che forse Lombroso non aveva poi tutti i torti...
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