Quelli della via crucis

Creato il 16 settembre 2010 da Renzomazzetti

1968 - 2010 BICEFALO: Vuoto o con il cervello? E... il cuore?

 A Parigi c’era allora una categoria di compagni che meritano una particolare attenzione.

Cos’è la Via Crucis? Chi erano quei compagni? Era una parte cospicua di quella generazione di compagni che nel primo dopo guerra avevano partecipato alle lotte in Italia.

Fondatori del Partito, avevano affrontato la lotta contro le bande fasciste, subito violenze fasciste, il carcere, il confino e avevano dovuto emigrare.

Giunti in Francia mentre imperversava la crisi economica e la disoccupazione, con al governo dei conservatori ed anche dei reazionari, non avevano potuto trovare una sistemazione. E siccome erano dei combattenti di forte tempra, continuavano a impegnarsi nella lotta antifascista.

Presi dalle autorità di polizia, venivano accompagnati alla più vicina frontiera che era quella belga o svizzera o anche la lussemburghese. Le cose non si fermavano. Continuando la loro attività politica, venivano presi e espulsi di nuovo e spesso non rimaneva che l’Olanda, che non era un lido di tranquillità. Per cui i compagni della Via Crucis, con la valigia sempre pronta, vagavano da un Paese all’altro sinché con la vittoria del Fronte popolare, fu possibile legalizzare le loro situazioni.

Per poco però, perché presto ritornarono i tempi duri, la repressione anticomunista degli anni ‘38 – ‘40, poi l’occupazione, la Resistenza, la deportazione nei campi di sterminio nazisti. Senza contare la guerra di Spagna, che molti di loro andarono a combattere.

Allora a Parigi questa schiera particolare di compagni era numerosa. Ne ricordo alcuni con emozione, quelli che immediatamente mi vengono in mente: Pio Perlini, che aveva tre figli, uno nato in Italia, uno in Francia e uno in Belgio. Tonussi, espulso in Belgio, partecipa ad una manifestazione antifascista. Viene respinto in Francia. Clandestino, va a combattere in Spagna. E’ tra i primi partigiani a Parigi. Arrestato, viene deportato in un campo di sterminio nazista. Alla fine della guerra ritorna a Parigi. Arienti, che in Svizzera trova la compagna della vita, Lucia. Donelli, Sgarzi, Benecchi, Martinelli e tanti altri. Ho sempre sentito un rispetto particolare per quelli della Via Crucis. Cosa sarebbe stata la lotta antifascista senza uomini di quella tempra?

-Lionello Raffaelli (Silvio)-

(scritti tratti da “ Ora e Sempre: Resistenza – Testimonianze dei protagonisti e documenti – Provincia di Pisa, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).

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DEA: Com'è bello guardarsi allo specchio senza sputarsi in un occhio!

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LE PIANTE PIANSERO

Dopo quel 2 agosto

gli uomini

il sonno delle lepri

dormivano.

Quella notte fatale

rumori di macchine

udirono nella strada

che

ai Quattro Venti mena.

Nei boschi

fuggirono

negli anfratti

si nascosero.

Nemmeno il respiro

consentito era;

ogni tenue stormir di foglie

cessò.

Si udiva solo il rumore dei carri

e gutturali voci

e isolati colpi di fucile.

Non tutti a fuggire

riuscirono. Nei casolari più riposti

Della Romagna

i manigoldi irruppero

e gli uomini tutti

spinsero a valle.

Poi la scelta infame

avvenne.

Nozzano i sortiti

della mala sorte

per pochi giorni

accolse.

Quindi

l’immane strage

fu consumata.

Nessuno udì

i colpi omicidi.

Le piante soltanto,

testimoni mute,

udirono, videro,

e sconsolate, i tanti morti

piansero.

-Menotti Bennati-

POMARANCE: monumento al Partigiano, di Mino Trafeli


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