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Quello che i burocrati non vogliono cambiare

Creato il 20 dicembre 2014 da Pruiti

burocrazia1Per tradizione, anche perché viene facile, tutto quello che non funziona in Italia viene attribuito alla incapacità politica, alla corruzione, alla partitocrazia. Ovviamente questo ‘sentiment’ ha una sua ragione che trova conferma, purtroppo, nella cronaca quotidiana.

Perchè l’innovazione necessaria non viene praticata? Quasi mai si considera che il 90% delle decisioni e degli atti amministrativi, che poi generano o non generano un miglioramento della vita dei Cittadini è deciso dalla burocrazia e dai burocrati, anche quando una nuova legge o una delibera comunale vengono scritte ed approvate, schiere di burocrati statali l’hanno redatta, costruita e ‘condizionata’.

L’avvento dell’Information Technology (I.T.) nella Pubblica Amministrazione italiana potrebbe fare la differenza, ma non deve ridursi ad essere “digitalizzazione dell’esistente”. Ovvero non può ridursi a – cercare di – migliorare le tradizionali prassi burocratiche. Ad esempio oggi si usano le e-mail ma poi bisogna stamparle e conservarle per anni! Assurdo !

A Buccinasco: registriamo in video/audio i consigli comunali ma poi viene fatta anche la trascrizione cartacea e conservata per ‘sempre’, ci costa un patrimonio. Mandiamo via PEC le convocazioni ai consiglieri comunali ma non prima che qualcuno le abbia firmate con la penna blu fisicamente! Ma la firma digitale perchè non si usa? Pubblichiamo tutti gli atti online dal 2002 ma come ‘immagine fotografica’, non come testo, questo perché si pretende che ogni foglio (anche se sono migliaia) venga siglato a piè pagina dal funzionario proponente, questo poi genera l’impossibilità di utilizzare motori di ricerca in rete per scovare quanto ci serve… ritagliamo con le forbici gli articoli di giornale e li ”digitalizziamo” usando uno scanner manuale per la rassegna stampa comunale…  e via così, sarebbero molte decine gli esempi da fare.

Il mondo va avanti, la P.A. resta refrattaria al cambiamento, perchè? Consapevoli o no, ciò che i burocrati (ma anche i sindacalisti) non vogliono sono le inevitabili conseguenze dell’applicazione dell’I.T. nella Pubblica Amministrazione.

L’I.T. nella Pubblica Amministrazione farà diminuire drasticamente il numero di dipendenti necessari a svolgere le funzioni.

L’I.T. nella Pubblica Amministrazione può generare ottimizzazione e valorizzazione della conoscenza, cancella le complicazioni, rende più facile chiedere e ottenere i propri diritti, ma la macchina Pubblica é spesso verticale e opaca. Ed é su questa opacità che si fonda il potere delle burocrazie.

L’I.T. nella Pubblica Amministrazione determina una parità di relazioni tra il cittadino e la macchina burocratica. Ma, la macchina burocratica é autoreferenziale… !

Spesso la struttura organizzativa viene scambiata con la legge. Quindi, se non si cambiano le leggi la macchina resta eguale a sé stessa, autoreferenziale e inutilmente punitiva nei confronti dei cittadini e di quei politici – anche locali – che vogliono veramente cambiare l’Italia.

la Pubblica Amministrazione resiste lì, immota e uguale a sé stessa, si riproduce e si rigenera anche con le nuove generazioni.

Bisogna rompere queste catene lavorando sia a Roma che a livello locale, pensiamo solo alla filosofia degli ‘open data‘ che abbiamo cominciato a praticare anche qui a Buccinasco Italia, non sono solo un fatto di maggiore trasparenza! Gli open data possono generare anche un valore economico, maggiore conoscenza e CONSAPEVOLEZZA nella società. Ma capite che la burocrazia e i burocrati vedono gli ‘open data’ come un nemico.

La vera sfida dei prossimi anni sarà questa, o la vinciamo o tutto resterà uguale.

Io nel mio piccolo ci vorrei provare… ammetto di non essere ottimista.

Rino Pruiti
www.rinopruiti.it

fonti: Il blog di Michele Vianello – Corriere della Sera – Blog Rino Pruiti

 


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