di Rina Brundu. Com’é noto ai suoi quattro arguti lettori questa gloriosissima rubrica del sito è dedicata al renzismo; per meglio scrivere è dedicata a tutto ciò che il renzismo non dice e a tutto ciò che del renzismo si perde tra gli svariati milioni di scritture giornalistiche agiografiche che quotidianamente gli vengono dedicate tra le pagine dei nostri giornali più prestigiosi. Naturalmente se il renzismo non parla del senatore dissidente Corradino Mineo un perché ci sarà…. ma, fatti suoi! Del renzismo, intendo…. aqui invece ne parliamo.
Che poi arrivare sul blog dell’irriducibile senatore PD può portare delle sorprese anzichenò! Saranno infatti una decina di premi Strega ormai che non leggevo una scrittura così avvincente come quella che impreziosisce il suo ultimo post titolato “Nave senza nocchiero in gran tempesta”. Una metafora, questa, spersonalizzante nell’usage, dantesca nella sua natura, forse un po’ politicamente scontata ma scritturalmente efficace, efficacissima, specialmente quando ripetuta all’inizio di un incipit trascinante, intrigante, degno di un whodunit dell’età d’oro del giallo, di un’Agatha Christie intenta a creare il suo ennesimo plot-da-ricordare; pensare che quella “trappola perfetta” scatta invece nel nostro Parlamento!
Straordinaria poi la sequenza di frasi concise ma meaningful che fanno esistere il secondo paragrafo, ciascuna capace di raccontare un’azione e di creare aspettativa per la successiva, prima di quella sorta di climax descrittivo che è: “Si scatena il putiferio”. E che dire del campo semantico trendy, social, laddove una terminologia digitalizzata e digitalizzante che fa uso di costrutti quali “l’ahstag #laricaroicadei101” (il refuso nello spelling è originale), “twittatori compulsivi” si mescola in straordinaria libertà con fondamentali residuati da radicalchichismo d’antan? Nuovo climax quando pare di avvertire sulla pelle tutta la forza della passione politica che anima lo scrittore: “Osservo che non ha senso. Perché mai quelli che hanno affossato Prodi per scaricare Bersani e governare con la destra, ora dovrebbero colpire Renzi e il suo governo dei 1000 giorni? ”.
Bellissime infine le perentorie affermazioni nel discorso “Voto segreto, mai!”, gli incisi divertenti “Ma, furbi, i 5 Stelle si sono fatti bocciare un’ipotesi di voto”, le cadute di tono che danno colore “E respinto uno spezzatino”… e via così scrivendo e creando che alla fine – nonostante la seconda parte del pezzo risulti senz’altro meno ispirata – ti sei completamente dimenticata la tematica in discussione ma resti ammaliata da tanta determinazione scritturale in un semplice post. Non ho letto gli altri scritti per scelta, non mi servono: DEM or DAMN, Corradino Mineo per il Premio Strega, SUBITO!
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Nota redazionale: a parte lo spirito goliardico del mio articolo, penso davvero che lo stile scritturale del senatore sia ottimo e quindi riprendo il post in questione in toto qui di seguito (il neretto è mio e marca gli elementi oggetto della critica). Grazie all’autore qualora passasse di qui. Il link al sito è www.corradinomineo.it
Nave senza nocchiero in gran tempesta (31-07-2014)
Nave senza nocchiero in gran tempesta. A metà mattina scatta la trappola perfetta. Un emendamento Candiani (Lega) che affida al nuovo Senato competenze anche su temi «eticamente sensibili», bio-testamento, matrimonio e diritti civili. La cosa avrebbe un senso se il Senato fosse la camera delle Garanzie, come auspicato dal disegno di legge Chiti: a Monte Citorio politica, bilancio e fiducia, a Palazzo Madama le difesa dell’equilibrio costituzionale e la cura dei diritti fondamentali del cittadini. Non ha invece nessun senso, se si propende, invece, per un Senato delle Autonomie, una specie di Camera delle Regioni.
Contrario all’emendamento il Governo (Boschi) e la relatrice Finocchiaro, favorevole l’altro relatore, Calderoli. Si vota a scrutinio segreto, perché si tratta di diritti, e questo dà sfogo al malumore di un’assemblea che ha finora votato e rivotato secondo ordini di scuderia, subendo pressioni anche scomposte. Contrari 147 senatori, 2 astenuti, 154 favorevoli.
Si scatena il putiferio. Lega e Movimento 5 Stelle che applaudono a scena aperta: per loro è la prova che in Senato il governo non ha la maggioranza dei cuori ma solo quella delle convenienze. Dai banchi del governo si accusa Forza Italia di tradimento. (Lo dirà, poco dopo, il senatore Carraro). Intanto twittatori compulsivi (Pina Piciorno e Nicodemo) inventano l’ahstag #laricaroicadei101. Osservo che non ha senso. Perché mai quelli che hanno affossato Prodi per scaricare Bersani e governare con la destra, ora dovrebbero colpire Renzi e il suo governo dei 1000 giorni?
Non finisce là. C’è infatti un Candiani 2. Con la scusa di una frase sulle “minoranze linguistiche”, l’emendamento propone di decidere a voto segreto se si debba ridurre da 630 a 500 il numero dei deputati. Voto segreto, mai! Lo dice il Pd e Luigi Zanda intima a Pietro Grasso di prendere provvedimenti. La prima ipotesi è di scomporre l’emendamento in due parti, per votare in modo palese sulla riduzione dei deputati, e lasciare la frase sulle minoranze linguistiche appesa al nulla. Ma, furbi, i 5 Stelle si sono fatti bocciare un’ipotesi di voto per parti separate. E respinto uno spezzatino, un secondo non lo si può proporre: parola del regolamento. Così, dopo due ore, Grasso è costretto a decidere per lo scrutinio palese, spiegando che il riferimento alle minoranze linguistiche è solo un protesto. Lega e M5S stracciano il libro della Costituzione e glielo tirano dietro.
Ma un senso una siffatta conduzione dell’aula? Se avesse avuto ragione Renzi quando ha scritto “alcuni senatori perdono tempo per non perdere la poltrona”, allora certamente quei senatori non avrebbero buttato via, nel segreto del voto, ben 130 possibilità di farsi ricandidare. E poi, dopo la figuraccia sul Candiani 1, sarebbe stato addirittura più sensato chiedere un’altro voto segreto, per riscattare subito l’onore della maggioranza.
In ogni caso questa Riforma della Costituzione diventa sempre più chiaramente la riforma di Calderoli. Il governo avrebbe voluto ridurre le competenze delle Regioni, invece sono aumentate. Come è aumentato il peso e il numero delle leggi che faranno staffetta tra Camera e Senato. Il governo voleva in Senato i Governi delle regioni e delle Città metropolitane per tenerne a bada le pretese, avrà invece consiglieri e partiti locali in Senato che vorranno mettere il naso negli affari della nazione. Il tutto in una salsa sempre più federale e leghista.
Se Renzi ci avesse ascoltato, noi “dissidenti” a testa alta, se si fosse prestato a discutere del necessario equilibrio che serve per riformare la Costituzione, non saremmo al punto in cui siamo. Né daremmo questo triste spettacolo di impotente decisionismo.
Featured image, Caronte, il nocchiero infernale visto da José Benlliure y Gil