Magazine Attualità

Quello che il renzismo non dice (128) – Dal discorso stile “compagni di merenda” al problema Alfano – Mogherini. E sulla straordinaria leadership di Angela Merkel.

Creato il 07 settembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
olio-di-palmadi Rina Brundu. Comincio dalla fine, qualche volta è d’uopo. Bisogna dare atto che dopo il mezzo passo falso fatto con la crisi greca la Cancelliera tedesca Angela Merkel si è ripresa alla grande, confezionando una mossa politica (et non), di incondizionata apertura delle porte ai profughi siriani e ad altri migranti vari che nel breve la trasformerà non solo in Madre della patria, finanche dell’intera Europa, ma forse persino in Santa.

Di fatto il grande merito della Merkel non è solo quello di avere “risolto” un problema a dispetto della cronica incapacità di decisionismo politico che si manifesta in quel di Bruxelles, non è solo di avere assestato un sonoro schiaffo-ideale contro le politiche culturalmente autarchiche e very selfish delle nazioni dell’Europa orientale et anglosassone, ma soprattutto di essere riuscita a dare una “scossa” salutare sostanziale all’intero continente, risvegliandone il sopito orgoglio democraticizzante, gli ideali libertari e di sicuro porto di accoglienza quasi obliati. E naturalmente senza dimenticare il grande modello di leadership operativa e politica declinato al femminile che la Merkel sta proponendo in tempi digitali post-thatcheriani.

Un punto, quest’ultimo, che per quanto ci riguarda è piuttosto dolente. Difficile infatti non mettere a confronto questa straordinaria capacità di gestione del potere politico con gli exampla fumosi offerti dalle nostre “scuole dirigenziali” sia in Europa, vedi il caso della figura di facciata proposta da Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (a questo proposito voglio anche ripetermi: ma non c’é nessuno del suo staff che potrebbe cambiare la sua fotografia su Wikipedia? Sarebbe altamente raccomandabile se non altro in termini di credibilità mediatica….), e vedi le “performance” fuori dal mondo e fuori da ogni palcoscenico che conta del nostro ministro degli Interni Angelino Alfano.

Inutile sparare ulteriormente sulla Croce Rossa, ma è davvero difficile, dopo il discorso renziano di chiusura della festa dell’Unità, discorso declinato con un linguaggio che pareva incurabilmente afflitto dalla Sindrome dei “compagni” di merenda sia nell’enunciazione che nel merito, non mettere l’accento sul preoccupante status-quo a livello dirigenziale che possiamo mettere sul paniere internazionale. Non sto qui a ricordare gli infiniti piagnistei sul problema migranti con cui abbiamo ammorbato l’Europa tutta… ma certo è che il problema di cosa conta e come può contare di più questa piccola nazione in Europa e nel mondo che cambia è un problema quanto mai pressante e che oggi come oggi pare davvero senza soluzione.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog