di Rina Brundu. Fa impressione quello che sta succedendo in questi giorni in Italia, con un governo non legittimitato da alcuna investitura popolare che fa e disfa la Costituzione con una maggioranza risicata e grazie ai voti di un Verdini il quale oltre a far incetta di scranni per i suoi si trova improvvisamente investito del lusinghiero titolo di Padre della “patria”. Fa impressione e terrorizza lo scoprire che quel 73simo posto puntualmente assegnatoci dalla Freedomhouse.org in materia di Libertà di Stampa non solo è ampiamente giustificato ma forse non la racconta tutta. Fa impressione e genera terrore, visitare la Home di giornali come l’ex glorioso Corsera e scoprirlo un inno alla spregiudicatezza governativa, tutto intento a confondere il popolino con il pseudo Caso Quarto mentre la “casta” mangia e si spartisce quanto rimasto di un sistema allo sfascio, dai Rolex d’oro ai cosiddetti “rimborsi elettorali ai Partiti”.
Parafrasando Grazia Deledda si potrebbe forse dire che “Giorni lieti s’avvicinano per il Giglio Magico, di Renzi”. E non solo per quel “giglio”. Scrive Il Fatto Quotidiano: “Erano stati congelati all’inizio di dicembre. Ma con il via libera arrivato oggi dall’Ufficio di presidenza della Camera, che ha preso atto del “giudizio di regolarità e di conformità alla legge dei rendiconti 2013” trasmesso l’11 gennaio dalla Commissione di garanzia per la trasparenza e il controllo sui bilanci dei movimenti politici, sono stati ammessi al banchetto dei rimborsi elettorali altri 13 partiti. Che si divideranno 485 mila euro, accodandosi alle 42 formazioni che avevano già ottenuto il via libera a dicembre per incassare la propria fetta della torta da 45,5 milioni (dei quali 10 milioni nel 2015)”.
Tra gli invitati “dell’ultima ora” a cotanto banchetto ci sarebbe anche quel Francesco Rutelli che ieri sera, dalla Gruber (Otto e mezzo, La7), discorreva amabilmente dei pregi e difetti del corrente Esecutivo. Se non altro questa mattina si comprende il perché di quel buonumore faticosamente celato, dell’attento ricercare le parole giuste per tirare un colpo al cerchio e uno alla botte; l’attenzione morbosa del politico navigato nel mai nominare il nome di Renzi invano e quell’unica concessione a Travaglio quando costui ha fatto notare che il Carrai novello responsabile della sicurezza informatica di Palazzo Chigi e il Carrai che possiede una azienda informatica potrebbero essere in flagrante conflitto di interessi. “Beh, il punto c’é!” ha concesso, bontà sua, un Rutelli che non avrebbe assolutamente sfigurato tra gli altri tragici characters dell’”Elias Portolu” deleddiano.
Domanda: ma se Rutelli faceva “il suo mestiere” perché Travaglio flirtava con lui? Cioè, il direttore de Il Fatto non ha mancato neppure ieri sera di offrire qualche perla da ricordare (i.e. Nel Giglio Magico renziano, Sensi è quello che fa i titoli per i telegiornali e soprattutto per i giornali), ma iersera mi è sembrato meno pungente del suo solito, quasi fosse suo malgrado vittima del fascino navigato di un Rutelli piacione, ex-sindaco dell’Urbe, che parlava di una città di “Roma attualmente in serie B” come se i mali di Roma fossero iniziati l’altro ieri. No, perché se terrorizza lo status-quo governativo e informativo di un Paese che pare cronicamente incapacitato a uscire dal tunnel, e ormai destinato ad andare più o meno “gently into the night”, non ci sono parole per descrivere lo sgomento dell’anima qualora una delle sue ultime voci libere dovesse tacere: Travaglio scuotiti, we need you! Adesso più di prima: se il berlusconismo si fotteva solamente qualche centinaio di donne qui il renzismo ci fotte la nazione!