Occhielli dal Corriere.it
di Rina Brundu. Sono tempi in cui il Corsera si occupa di tutto: è di queste ore una HOME che oltre alle drammatiche notizie di cronaca (che suo malgrado la Redazione sembrerebbe comunque costretta a registrare – per la serie quello specifico spazio il renzismo lo pretenderà solo in un tempo successivo alla conquista del mondo), tra le tante “perle” ha due sostanziali occhielli dedicati al mistero cosmico (forse svelato senza neppure dover attendere il lancio del telescopio James Webb at ottobre 2018), dell’autrice di feuilleton Elena Ferrante e un altro occhiello giant-size dedicato nientepocodimenoche all’annoso problema della verginità. Per la precisione l’ex prestigioso quotidiano che fu della Fallaci, di Montanelli e di molti altri personaggi in gamba, titola: “E’ troppo presto o tardi. Perché la verginità ci fa ancora paura?” (vedi featured image), che uno non sa davvero che pesci prendere: convincere quei quattro sessantottini che colà (in redazione) sembrerebbero essersi asserragliati alla stregua dei kamikaze giapponesi caduti in isola sperduta e completamente ignari che la guerra è finita (lo stesso vale per la rivoluzione sessuale hippy!), oppure mandare direttamente uno psicoterapeuta che risolva e aiuti a superare l’adolescenziale impasse.
Ma per queste pregnanti notizie sbandierate con il giusto orgoglio, ve ne sono altre che riescono a comparire solo velatamente nell’ex prestigioso giornale di Via Solferino (vedi i 31000 votanti alle gazebarie menzionati per “dovere” di cronaca nel ridottissimo occhiello mostrato anche dalla featured image di questo articolo, laddove sfido chiunque a leggere il numero dei votanti senza gli occhiali, o magari senza un telescopio alla James Webb!), e altre notizie che proprio non si trattano (vedi la scissione in corso in seno al PD): quando si dice la libertà di stampa in Italia!! Ecco, sì… quando si parla della libertà di Stampa in Italia bisognerebbe tapparsi la bocca, meglio ancora evitare di parlare proprio… in virtù di quel rispetto che è sempre dovuto… ai morti.
Detto questo per fortuna c’é la Rete, per fortuna l’informazione è cambiata, per fortuna possiamo scegliere, vedere, sentire, ascoltare e farci la nostra opinione senza le catene imposte dagli indottrinamenti demodé. Da questo punto di vista mi ha veramente colpito in questi giorni la faccia tosta con cui, nell’aftermath dello scandalo delle primarie PD truccate, Matteo Renzi incitava i suoi a zittirsi all’insegna del mitico motto: “A nessuno interessano le nostre beghe interne”. Come? Ma il PD non era un Partito con milioni di tesserati? Ma il PD non è un partito di governo che può contare su una “base” sostanziale e interessata nel Paese? O anche questa è Storia? Leggenda? La leggenda di Berlinguer? Siamo così sicuri che codesti tesserati si accontentino del faccione sorridente di Renzi che dice che tutto va bene e che si accontentino di non sapere? Di vivere nell’ignoranza?
Da qui ad estrinsecare urbi et orbi la vera filosofia “di sinistra” renziana il passo è breve: “Tutto ciò di cui hai bisogno in questa vita è ignoranza e fiducia, poi il successo è assicurato”. L’equazione con la famosa citazione di Mark Twain è incidentale ma è anche consequentia-rerum, per la precisione è conseguenza del grande senso dell’umorismo di quello scrittore americano e della mancanza dello stesso tratto nel Premier italiano. Sic!