di Rina Brundu. Difficile ascoltare – durante l’odierna diretta di Rai3 – un’opinione sullo status-quo politico che non fosse intrisa della contentezza quasi bambinesca che si respirava nello studio di Bianca Berlinguer: finalmente l’unione politica del pro-pro-pro nipote del partito che fu di suo padre! Sfilano un ciarliero e galvanizzato Cuperlo e dice la sua, sfila una rinata, quasi bella, Rosy Bindi e dice la sua, sfila Tizio e Caio a confermare che no!, non stanno sognando ma di realtà si tratta. E zitti e mosca: non una brutta parola, una critica, sul leader maximo che avrebbe fatto il suo “capolavoro politico”, nessuno a chiedersi dove sia, perché non si fa vedere, perché non si spiega.
Umberto Bossi è apparso all’improvviso al fianco dell’inviato in esterna. In guisa di fantasma dickensiano recuperato alle pagine impolverate di antichi tomi da tempo relegati nel dimenticatoio. Ma se il sangue non è acqua, occorre dargli merito che il padre “nobile” del più rilassato Matteo Salvini, non ha smentito se stesso neppure in questa occasione. “Berlusconi? Si è presentato a trattare disarmato e Renzi gli ha sparato” ha subito esordito affondando il coltello nella piaga. “Berlusconi non avrebbe dovuto dargli la legge elettorale… Si è fatto fregare pensando che Renzi fosse una brava persona e quindi ha abbassato le difese. Il tempo ha dimostrato che è stato tutto un grave errore!”.
Non contento il Senatur si spinge fino a immaginare le prossime mosse del PresDelCons: “Adesso che non c’é più Napolitano a dirgli di no…. farà di tutto per andare alle elezioni… deve evitare di logorarsi”. Infine, tanto all’improvviso come era comparso, sparisce, lasciando gli astanti a “confrontarsi” con il “profondo” significato di cotanta dichiarazione. Per due secondi. Di fatto, dimenticato tosto l’incidente della voce “discorde”, il discorso elegiaco e agiografico sulle memorabili gesta del “leader” è continuato come prima e più di prima (il problema sta sempre dall’altra parte, sono sempre gli altri che debbono interrogarsi e fare il necessario esame di coscienza).
Confesso che il dilemma deontologico adesso mi opprime: sono più censurabile io che per portare acqua al mio mulino, sono arrivata finanche a riportare le “sagge” dichiarazioni dell’ex leader leghista costretto a rientrare nei ranghi dal malaffare nel partito da lui stesso creato, o il giornalismo radical-chic di sinistra e l’intera casta politica ex-PCI che sta andando in visibilio per la prossima elezione a presidente della Repubblica di un ex-DC? Con tutto il rispetto per la Berlinguer, resto convinta che l’avvento di questa nuova Era Democratico-Digitale non renderebbe altrettanto felice il suo mitico padre, ma magari mi sbaglio.
Featured image, screenshot da Mezzogiorno di fuoco (1952).