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Quello che il renzismo non dice (79) – Ricorrenze to-remember: 21/02/2014, Matteo Renzi scioglie la riserva e “accetta” l’incarico di formare il suo primo governo. Riflessioni e considerazioni.

Creato il 21 febbraio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Moltiplicazione-pane-e-pesci-bergoglioL’Italia ha ripreso a correre

Matteo Renzi, 2014

 

di Rina Brundu. Certo, la domanda che potrebbe sorgere spontanea nei miei 38 lettori (prima erano 40, ma due mi hanno contraddetto di recente e quindi li ho affidati al buon cuore di Kim Jong-Un, un caro amico che sa il fatto suo in questi casi) è: se Matteo Renzi ha defenestrato Enrico Letta suo compagno di partito pur di avere quella poltrona, perché scrivi che ha “accettato” di formare il “suo primo governo”?. Osservazione pertinente ma bisogna ricordare che il politichese ha le sue necessità e se io scrivo la verità papale-papale l’ODG (nda l’Ordine dei Giornalisti), qualora in un prossimo futuro mi obnubilassi e decidessi di tentare l’esame per diventare professionista, potrebbe rendermi la vita dura, e farmelo passare. Senza dimenticare poi, che il verbo “accettare” ha tanti significati, alcuni dei quali senz’altro molto “apropos” per descrivere l’impatto del renzismo sulla nazione, meglio però passare oltre.

Parliamo di cose “serie” invece, perché, piaccia o non piaccia, bisogna dare atto a Matteo Renzi che, in questo suo primo anno rovente in cui non ha risparmiato parole, discorsi memorabili, formule captatio benevolentiae, intrighi, alleanze, coalizioni politiche, passerelle tipo star di Hollywood, promesse fantasiose, comparsate televisive e chi più ne ha più ne metta – è effettivamente riuscito a rivoltare l’Italia come un calzino. Finiti dunque i tempi lettiani di disoccupazione galoppante, finiti i tempi lettiani di malaffare politico e di corrutela amministrativa, finiti i tempi lettiani delle poltrone agli amici di partito e ai figli degli amici degli amici e dei parenti tutti fino alla settima generazione, finiti i tempi nefasti della stampa schierata con Berlusconi, siamo finalmente entrati in una dimensione completamente diversa.

E quando scrivo “dimensione completamente diversa” non intendo soltanto che adesso la Stampa è accortamente tutta schierata con Renzi, ma che l’aria di novità e di fiducia che il renzismo ha portato seco si respira ad ogni angolo di strada. D’accordo, le strade romane insudiciate e devastate dopo la violenta invasione hooligans potrebbero raccontarla altrimenti sulla gestione delle questioni di ordine pubblico; i continuati sbarchi di clandestini in quel di Sicilia potrebbero fare sorgere qualche dubbio sulla reale capacità di monitoraggio dei nostri confini e di garantirne la loro sicurezza; il nostro ruolo quasi ectoplasmatico nella risoluzione della crisi ucrainica suggerirebbe che in Europa manco ci caghino; la plateale presa di distanza del premier dai recenti disastri ambientali che hanno provato intere province italiane potrebbero dipingere il ritratto di un leader assente sull’essenziale ma egoisticamente impegnato a costruire il suo “mito”. Occorre però precisare che non si può diventare leader osannati, rispettati, ricordati dalle generazioni presenti e future senza volerlo veramente, senza metterci tutto l’impegno, senza buttare sul piatto con non-chalance quelle tre o quattro battute destinate a diventare aforismi immortali, senza farsi fotografare là dove la Storia si fa, seppure mentre si occupa un posto di seconda o terza fila (del resto se ha così tanto successo, Photoshop a qualcosa servirà, o no?). Insomma, anche diventare un PresdelCons che fa una differenza è a suo modo uno sporco-lavoro ma qualcuno deve pur farlo ed è indubbio che Matteo Renzi sia determinato a vincerla questa sua battaglia.

Au contraire, mi pare assolutamente ridondante, quando non inutile, ricordare in codesto contesto i mille e uno achievements ottenuti in questi 365 giorni dal renzismo (traguardi peraltro già tutti puntigliosamente annotati nei primi 78 articoli di questa rubrica), perchè i risultati ottenuti si commentano da soli. A ben guardare l’unico legittimo quesito che occorrerebbe porsi è: il renzismo sarà in grado di ripetere nei prossimi 365 giorni, i miracoli fatti nel corso dell’ultimo anno? A mio onesto avviso la risposta è sì, non ci sono dubbi! Si supererà persino!

Sharing credit: ringrazio l’ufficio stampa del supremo leader nord-coreano Kim Jong-Un che mi ha assistito nella stesura di questo difficilissimo pezzo.

Featured image, il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci di Gesù, ripetuto di recente da Renzi che però ha opportunamente sostituito ai pani e ai pesci i tweet e i commenti feisbukici per meglio gestire e vivere la sua età digitale.

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