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“Quello che le case editrici non vogliono farvi sapere” di Katia Debora De Sessa

Creato il 19 gennaio 2012 da Patrizia Poli @tartina

 

Patrizia Poli

“Quello che le case editrici non vogliono farvi sapere” di Katia Deborah de Sessa, ilmiolibro.it, più che un saggio è, nella sua stringatezza, un libello, una sorta di pamphlet, o meglio, come lo definisce l’autrice stessa, “un vademecum per chi non sa dove sbattere la testa.”

Scritto da un’addetta ai lavori, mette in guardia gli autori sprovveduti – sembra strano ma, nell’epoca degli e-book, delle piattaforme di autopubblicazione, dei blog letterari, dei social network, esistono ancora polli che si fanno spennare da chi lucra sul loro desiderio di emergere.

Ecco grandi editori irraggiungibili ai quali puoi arrivare se solo se conosci qualcuno, ecco minuscoli editori/tipografi che non leggono i manoscritti, che non li editano e non li distribuiscono, che non sono motivati a vendere e pubblicizzare un prodotto sul quale hanno già guadagnato in partenza, che non si danno nemmeno la pena di scegliere una copertina e chiedono foto all’autore, che obbligano a contratti capestro per i successivi cinque anni, che non hanno una sede ma solo un ufficio a casa loro.

In un linguaggio elementare, accattivante e spiritoso, la De Sessa accompagna il manoscritto, su su, dal primo, trepidante, invio all’editore, alla lettera d’immancabile rifiuto, alla firma del contratto. In sessantacinque pagine ci toglie ogni illusione, al punto che l’augurio finale di “trovare sulla nostra strada solo persone oneste”, e la rassicurazione “non è tutto carbone”, suonano come un contentino che lascia adito a ben poche speranze.

 


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