Infine il giovedì era arrivato e, dopo aver salutato i genitori venuti a darle l’ultimo conforto, Martha era salita sul carro senza strepiti, ripetendosi che stava per cambiare il corso della sua vita e che Noah, che tramite Sarah le aveva mandato un bigliettino amoroso, la attendeva.
Lungo il tragitto non distolse gli occhi dalle proprie ginocchia, pregando incessantemente come aveva fatto dalla notte dell’incubo, incurante della folla a piedi che s’infittiva, man mano che si avvicinavano alla catapulta, ma una volta al fiume Martha non resistette e alzò lo sguardo verso l’albero dov’era stata impiccata Ellsbeth.
Era un grande e largo pioppo, le foglie adombravano il terreno circostante, che ora era tappezzato dai covoni che Noah aveva posto di sotto a esso, come materasso a protezione della sua caduta.
Nello scorgerlo, Martha sorrise e lui si fermò, immobile e rassicurante come una grande roccia. Appena fu abbastanza vicina, il ragazzo la incoraggiò con gli occhi e lei ci tuffò lo sguardo, cercando conferme, ma quando il carro non si fermò e continuò lungo il sentiero, qualcosa si ruppe nel cuore di Martha.
A fianco del carro Sarah alzò una protesta e Noah, dopo un attimo di stupore, prese a correre presso di loro, sgomitando la folla mormorante. Martha si volse a cercarlo con gli occhi, perdendo la freddezza, poi i cavalli scartarono, dirigendosi verso l’ansa grande del fiume.
Sotto un baldacchino improvvisato erano già presenti i personaggi illustri della Comunità e il reverendo Carver accolse tutti annunciando che un messaggero celeste gli era apparso in sogno, suggerendogli una nuova e più inconfutabile prova.
Da terra Sarah allungò il braccio verso Martha, stringendole le dita gelide, mentre William Carver spiegava ai presenti: “Se la strega è gettata nell’acqua, essa si libererà della sua forma umana e come creatura marina guizzerà nella corrente, respirando come un pesce. Orbene voi sapete che un essere umano non può sopravvivere a tal modo, ma se la natura di questa peccatrice è diabolica, allora non avremo sbagliato! Assicuratele una corda intorno al busto, così che potremo recuperarla per la giusta impiccagione, così da liberarci dal male. Gettatela nel fiume!”
Sarah prese a strillare mentre Martha, trascinata giù dal carro e legata, si avvicinava alla sponda. In quegli istanti la ragazza intravide il volto esangue di sua madre, il delirio pazzo del padre, la cognata svenire e udì le grida dei fratelli, trattenuti a forza dai presenti. Cercò Noah, divincolandosi, e lo vide fermo qualche passo indietro, con le mani nei capelli e lo sguardo atterrito e impotente. Martha cercò di trasmettergli il suo addio ma il mondo si capovolse.
L’impatto con l’acqua gelida le mozzò il respiro, paralizzandole le braccia, gli abiti si avvolsero alle sue gambe come alghe insidiose, poi Martha reagì: sapeva nuotare e, anche se ciò significava andare incontro alla forca, il suo spirito di sopravvivenza la obbligò a muovere braccia e gambe come aveva imparato a fare da bambina, in quello stesso fiume, per sfuggire alla corrente.
Ma c’erano i sacchetti di sabbia, legati sotto i suoi abiti.
S’impregnarono d’acqua triplicando il loro peso, trasformandosi in mortale zavorra, trascinandola inesorabilmente verso il fondale limaccioso. Chiuse occhi e bocca, s’immerse, puntò con le scarpe sulle poche rocce d’appiglio, si aggrappò alle erbe acquatiche, poi i polmoni presero a contrarsi dolorosamente e la disperazione la vinse. Martha si dibatté, spruzzi di schiuma attorno a lei e sul suo capo un cielo azzurro e sereno, che la chiamava.
Poi il buio.
Dalla sponda la gente si sorprese della velocità con cui il fiume inghiottì la ragazza e infine si placò. Si fece un silenzio terribile.
“Non torna più su!”, azzardò un ragazzino, esperto pescatore, poi i minuti si protrassero nel mutismo generale, intervallato da singhiozzi sommessi. Infine gli uomini sulla riva si guardarono e presero a tirare la cima. Fu difficoltoso recuperare il corpo, sembrava molto più pesante ora, un macigno, ma quando riemerse dall’acqua, Martha sembrava un pallido angelo.
Dopo l’urlo della madre tutti presero a parlare, capovolgendo la situazione, e presero a proclamare che Martha era innocente e pura.
Sarah Carver osservava la scena e William, stravolto, si avvicinò e lei si accorse che aveva le labbra livide come se fosse annegato lui stesso. L’uomo disperato le si rivolse in cerca di aiuto, come quando era piccino, ma lei gli restituì uno sguardo colmo d’odio. Il pastore boccheggiò, con le lacrime agli occhi, e la donna fece una smorfia: “Smettila, stupido! Vai a fare il tuo dovere da prete, adesso, e prega per la tua anima!”
Lui tirò su col naso, per un istante sembrò che se lo sarebbe pulito nella manica, poi desistette e si giustificò: “Ho avuto una visione mistica.”
Sarah bestemmiò, allontanandosi da lui, e si diresse da Noah, ancora immobile a pochi passi dal carro. La donna lo scosse: “Ragazzo, ascoltami. Devi andartene da qui e subito!”. La guardò con aria assente, mentre gli rifilava in mano un piccolo fagotto: “Questo è il denaro che c’era in casa e dell’argento. Noah, vattene da qua!”
Le lacrime scivolarono lungo le guance di Noah: “L’abbiamo uccisa.”
“Non dirlo, pazzo che sei!”, lo sgridò Sarah distogliendo lo sguardo e lo spinse in là, sollecitandolo a muoversi.
Il ragazzo si riscosse: “Vieni anche tu!”, le propose.
Sarah fece una risata malevola e roca: “Il tuo destino è altrove ma io devo restare qui. Devo occuparmi di Martha un ultima volta e assicurarmi che nessuno scopra i sacchi di sabbia, infangando col dubbio la sua memoria, dicendo che è stato tutto un trucco da strega.”
Noah fece un passo verso la foresta, poi tentennò.
Sarah gli mostrò il coltello della verdura: “Se non te ne vai, ti buco!”
Lui le prese la nuca e le baciò velocemente la guancia sfregiata e poi la bocca: “Uno per te e uno per la mia Martha.”, disse piano prima di correre alla radura dove aveva nascosto il cavallo.
Sarah asciugò le proprie lacrime e si volse verso il fiume: composta e solenne Martha era avvolta dall’abbraccio dei parenti, William salmodiava per l’anima innocente che aveva raggiunto il regno dei cieli, la gente piangeva mormorando e il sole accecava, nella sua danza sull’acqua.
Sopra la scena, due occhi fissavano Sarah.
La donna sbatté le palpebre e riconobbe Joshua che le sorrise dolcemente e con labbra mute formulò la sua condanna: “La prossima sarai tu.”
Fine
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