Titolo: Quello che non c'è scritto
Auore: Rafael Reig
Editore: Marcos Y Marcos
Anno: 2013
Traduzione: Francesca Conte e Claudia Tarolo
"Quello che non c'è scritto" è un noir ambientato in Spagna e incentrato sullo scottante tema della violenza familiare, con una trama essenziale e una struttura narrativa che viaggia su un doppio binario.
Sono trascorsi sette anni dalla sentenza di divorzio e Carlos e Carmen hanno ricostruito un nuovo rapporto per il bene di Jorge. D'altronde Carlos poteva anche essere stato il peggiore dei mariti, ma bisognava riconoscere che era un buon padre.
Un venerdì che non c'è scuola, Carlos va a prendere Jorge per trascorrere con lui tre giorni in tenda sul Guadarrama. Fin qui niente di strano o di preoccupante ma, dopo che i due sono ormai partiti, Carmen nota un dattiloscritto sulla sedia dell'anticamera. Poco più di duecento pagine rilegate a spirale con un titolo inquietante: Sulla donna morta. Tra la prima e la copertina di plastica trasparente, un foglio scritto a mano che reca un messaggio lapidario: "Voglio solo che tu lo legga".
Così, mentre da un lato seguiamo Carlos e Jorge nel loro week-end padre-figlio, ormai circondato da un'aura di tensione, dall'altro leggiamo insieme a Carmen, con un nodo alla gola, il libro di Carlos.
È la suggestione a farle sentire l'odore acre della condanna e della morte, a farle saltare agli occhi ciò che non c'è scritto, o con quelle pagine Carlos vuole metterla in guardia e annunciarle con crudeltà un'imminente tragedia?
Bella copertina, ottima idea e buon inizio. Poi però, già verso la metà, il libro si appiattisce, diventa ripetitivo, stancante, e si limita a giustificare con il binomio vittima-carnefice e con qualche altro cliché, una caratterizzazione dei protagonisti piuttosto scarna.
Gradevole e coinvolgente ma, nel complesso, potremmo paragonarlo a una corsa a perdifiato destinata alla medaglia di bronzo...
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