Quello che (non) ho
Ieri sera è finita la tre giorni di Fazio e Saviano su La7.
Lontana inevitabilmente dai numeri di Vieni via con me, la trasmissione, con i suoi pro ed i suoi contro, è stata bella ed interessante.
Certo, l’idea delle tre serate consecutive non è che sia stata proprio geniale (“E’ una prova di resistenza, peggio che una messa neocatecumenale!” ha sentenziato l’Amoremio), l’avrei preferito diluito un giorno a settimana, anche per i diversi spunti che ti lascia in testa questa trasmissione.
Ma tant’è, forse per motivi di budget, tempo o chissà che cosa, tutto è già finito.
Se Vieni via con me era stata la trasmissione degli elenchi, in questa si doveva portare una parola. Non una parola qualunque, ma una a cui si vuole bene, a cui si tiene in maniera particolare.
Che parola scegliere?
Che parola avreste scelto voi?
Non facile come sembra, questo è sicuro.
All’inizio avevo pensato a “perplimere”, una parola che di certo esprime con coerenza lo stato della cultura in Italia.
Ma, siccome ho un buon carattere, alla fine ho scelto FASTIDIO.
Ed ora vi spiego perché.
Ieri, parlando con un gruppo di gente eterogeneo, non so come mai siamo arrivati a parlare di baci tra persone dello stesso sesso. Due uomini, due donne, non cambia nulla, e non cambia nemmeno il contesto pubblico o privato. Il commento generico e più accreditato, con tanto di bocca a culo di gallina è stato “Mi dà fastidio”, seguito a ruota e mascherato anche dal più bieco: “Non saprei proprio come spiegarlo a mio figlio!”.
Fastidio.
Sì, fastidio.
Come un prurito, una puntura di zanzara. Un piccolo malessere che se trascurato porta alla gastrite.
Fastidio è la collega che nell’openspace canta a mezza voce dalle otto alle sei, smettendo solo in pausa pranzo. Se non vi sembra fastidioso, vi informo che ha un repertorio ampio, dalla Carrà ai canti gregoriani, passando per Peppino di Capri.
Fastidio è quando una cosa ce l’hai proprio sulla punta della lingua, la vorresti dire e urlare ad alta voce e invece te la devi ingoiare per quieto vivere.
Fastidio è vedere gli zingari accampati sul suolo pubblico con dei macchinoni che non potrai mai permetterti in tutta la vita mandare bambini di 5 anni a chiederti l’elemosina, sporchi e malnutriti, senza nessuna possibilità di alfabetizzazione e integrazione.
Fastidio è il ciangottare di certi colleghi, che fino a ieri erano tutti un Forza Silvio e ora, lungi da ammettere colpe o difetti ce l’ha con tutti i politici indistintamente. Inutile dirgli che è troppo facile, non serve a nulla se non a farti sembrare immaturo.
Fastidio è andare a fare benzina, e vedere il prezzo lievitare senza nessuna causa apparente. E mentre metti i soliti 20 euro vedere la ragazzina straniera poco più che in età puberale sotto il lampione in attesa di clienti.
Ma fastidio non lo possono dare due persone che si vogliono bene e che se lo dimostrano.
L’amore non può essere fastidioso.
E nascondersi dietro al dito della tutela dei minori è disgustoso.
Forse loro dovrebbero tornare bambini…