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Quello che non si dice

Da Carlo Deffenu
QUELLO CHE NON SI DICE
Non si può dire tutto quello che ti passa per la testa; non si può fare perché rischieresti di aprire delle porte che è sempre meglio lasciare chiuse. Le mie porte non sono aperte o chiuse, le mie porte sono semplicemente socchiuse. Dalla fessura passa una lama di luce che si allunga come un sentiero luminoso su un pavimento scuro, pieno di briciole. Io cerco di raccoglierle, di mettere ordine, ma le briciole si moltiplicano davanti ai miei occhi e io non posso fare altro che arrendermi. Inutile cercare un pezzo di pane per riempire il vuoto delle tre del mattino. Inutile ignorare i botti nel cielo e gli schiamazzi della gente che passa sotto la finestra. Io sono contorto, sfuggevole, fondamentalmente un infelice cronico: ho perso il sentiero della gioia da molto tempo e arranco in una vita che non mi piace più. Questa è la verità. Forse una verità condivisa da molte persone.La mia maschera allegra perde pezzi e sempre più spesso il nero viene fuori, sbircia il mondo da dietro un sorriso tirato. Mi spaventano molte cose e guardandomi intorno ho l'impressione di non farcela... di non avere le forze e l'inventiva per salvarmi la pelle.Ho sperato nella scrittura. Ho pubblicato un libro... eppure mi sento vuoto lo stesso. Anzi, peggio... mi vivo come uno scrittore mediocre e mi perdo tra le pagine bianche senza osare nuove storie. Ho fatto un altro buco nell'acqua. Ho pensato che potesse essere la mia salvezza... la mia porta spalancata sul mondo e invece... ho solo chiuso qualche battente e permesso al buio di invadere le mie stanze.C'è una storia scritta nei geni e spesso mi chiedo quale condanna penda sulla mia povera stirpe. 
Ieri notte ho pianto come un idiota.Duro da dire... da scrivere. Me ne pentirò sicuramente... già lo so.Ma sono stanco di facciate malmesse. Stanco di fingere.Il mio inizio anno è stato questo... crudo ed essenziale... una stanza piena di briciole e nessun passerotto sul filo del bucato che sentisse la voglia vera di un po' di musica.
Le note taciono e il cuscino ascolta i miei sogni turbolenti.
Buon anno... gente.

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