Stamattina alle nove ho portato come al solito Di al nido e poi mi sono fatta una passeggiata a piedi, perchè tanto avrei dovuto consegnare la domanda di iscrizione alla scuola dell'infanzia.
Tadadadan. Scritto così brutalmente.
Niente giri di parole.
Si va alla materna.
Di già.
Evvabbè.
Ed ero lì che aspettavo che aprissero i cancelli (c'era già la fila) ed è successo che mi è venuto un mezzo colpo. Ho realizzato in quel momento che l'anno prossimo sarebbe diventato un alunno, lì.
Niente più dade che ti dicono quante cacche ha fatto, di che colore, se ha mangiato un pisello in più o uno in meno, quant'è stato bravo a ballare oggi.
Allora ho fatto una foto "ad cazzum" (questa qui che vedete) e l'ho messa su instagram in cerca di conforto.
"Se scrivo sta cosa e nessuno mi fila almeno saprò che i viaggi alle nove del mattino, ferma in mezzo al ghiaccio, in fila come se dovessi prendere il pane in periodo di razionamento, me li faccio solo io"
Invece c'era qualcuno all'ascolto. Grazie, oh my god, grazie!
Dai passatemi 'sto post scemo, perchè mai mi sarei aspettata un magone così. Non che mi sia messa a piangere davanti alla tizia che ritirava le domande (anche perchè secondo me avrebbe voluto farlo lei, visto che eravamo già tutte esagitate dal tempo allucinante per controllare due fogli).
Però ecco, mi ha fatto un certo effetto.
E diventa grande, non c'è che dire. Prendetemi con le pinze, c'ho l'emozione facile ultimamente. Passerà, spero.
p.s. Vi posso ammorbare? Trovate una specie di intervista alla sottoscritta qui, dalle Funky Mamas. Ringrazio ancora Chiara per l'opportunità.