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Quer pasticciaccio brutto a Trastevere

Creato il 12 maggio 2010 da Riprendiamociroma
Quer pasticciaccio brutto a Trastevere
Pare che alcuni residenti di Trastevere si siano lamentati perché nell'intervento di ripulitura delle facciate sarebbero stati utilizzati colori sbagliati. Su ePolis di ieri, è comparso un articolo (potete leggerlo qui) con le denunce di Stefano Marin, Presidente del Consiglio del I Municipio e di alcuni residenti, che segnalano danni a immobili vincolati (come la storica Farmacia che si trova accanto alla Chiesa di Santa Maria della Scala). Noi per primi avevamo fatto notare questa cosa, che cioè i colori selezionati dalla Sovrintendenza erano tutti sballati. O quantomeno, che l'AMA e il decoro urbano avevano consegnato i colori "a casaccio". In generale, tirava un'aria da "dilettanti allo sbaraglio". Cosa peraltro non evidenziata da nessun organo di stampa all'infuori del nostro blog. Lo stesso muro ridipinto dal sindaco, che si vede nella foto, è stato ridipinto con una vernice di colore diverso dall'originale. Per questo quel giorno ci eravamo limitati a staccare i manifesti abusivi affissi sul muretto che si affaccia su Via del Politeama e a rimuovere i graffiti con un solvente dalla saracinesca di un negozio. Allo stesso tempo, però, ci chiediamo: se residenti e consiglieri hanno così a cuore lo stato delle mura dei loro edifici, perché non hanno provveduto a ripulirli per tempo? L'intervento era autorizzato dal Comune, pubblicizzato a dovere e tutti i residenti ne erano informati. La prossima volta cerchiamo di essere più presenti e di chiedere maggiore rigore e attenzione nelle modalità di intervento. Aggiungiamo che se le cose dovessero continuare su questo andazzo, ossia gestite da Sovrintendenza e AMA con simili livelli di dilettantismo, non parteciperemo più a questo genere di eventi e seguiremo la strada dei singoli interventi di qualità, concordati con i residenti e se possibile con l'ausilio di pittori e restauratori, senza toccare monumenti o edifici sottoposti a vincolo. La disorganizzazione e il dilettantismo rischiano di uccidere il movimento antidegrado.

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