Questa casa …

Creato il 19 settembre 2011 da Solindue

Sembra ieri. Sento ancora la sua voce rimbombare nel corridoio.

Apro la porta di casa. Cerco di entrare di soppiatto, sfilare nell’ingresso e scappare di nascosto in camera mia. Ma non serve. Il suo urlo arriva diretto lungo la mia schiena e mi colpisce come, anzi peggio, di uno schiaffo.

“Questa casa non è un albergo!”

Rientravo sempre a casa per cena troppo tardi e mia madre – bei tempi quando ancora parlava! – si lamentava del mio modo di vivere da 14enne perennemente a giro, con poca voglia di studiare. Sempre un po’ sopra le righe e certamente fuori dal suo controllo.

Una volta divenuta madre io, mi son sempre detta che sarei stata una madre diversa e quella frase non l’avrei mai pronuciata. Ho mantenuto la promessa fino a ieri.

Ma quando è troppo è troppo. Tre giorni fuori casa senza dare notizie, senza farsi vedere neanche un attimo son tanti. E’ chiaro e naturale che mi sia preoccupata. Poi il rientro di ieri sera quasi selvaggio. Sei rientrata con una fame spaventosa. Ma quant’è che non mangiavi? Ti ho accolto con il sorriso, così  come mi hanno insegnato ad accogliere il figliol prodigo. Nessun lamento da parte mia. Ti ho osservato mente divoravi la carne e ne chiedevi, quasi implorando dell’altra e poi ancora altra.

Ho ripensato a quando ero io giovane. Ho ripensato alle litigate in famiglia. All’interrogatorio che subivo ogni sera al rientro. “Dove sei stata fino a quest’ora? Con chi sei uscita? Che cosa hai fatto?”.

Ho sempre pensato che sarei stata diversa, così non ho chiesto niente, anzi ti ho coccolato per farti capire che ti amavo a rescindere, senza compromessi di orari. Ma tu sei rimasta sulle tue, fredda. Hai mangiato con lo sguardo basso sempre rivolto al piatto. Una corsa in bagno e te ne sei riuscita.

Sono rimasta ammutolita. Pensierosa. Forse mi son detta sto sbagliando… e  ho ripensato nuovamante a mia madre e al suo sfogarsi urlando per il mio comportamento spesso strafottente da ragazzina viziata. Quanto è difficile essere genitori!

Infine la pioggia. E’ iniziato a piovere di nuovo, tanta pioggia insistente. Io ero oramai distratta dalla televisione, mollemente seduta sul divano quando ti ho sentito rientrare. Bagnata fradicia sei apparsa in salotto. Gli occhi quasi impauriti. Ti sei avvicinata al divano e pretendevi che ti asciugassi. Mi è sembrato davvero troppo… allora anche io ieri sera ho urlato:

“Adesso basta! Cosa credi, questa casa non è un albergo!”

Ma cosa vuoi capire tu … sei solo una gatta!



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