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Questa e altre paranoie

Creato il 13 novembre 2010 da Vivianascarinci
>in prosa 
 
Su tre poesie di Tommaso Putignano    

[La paranoia è un colosso. Una belva che ammonisce il passo del sangue sul braciere del viso. Per quanto scarna, la poesia di Tommaso Putignano rimanda altrove. Forse per la mancanza di vuoto tra parole, che altra poesia dalla sua, razzia cercando aria. Invece l’aria attorno al colosso della paranoia è ferma in queste poesie, come vicino Tebe che di colossi ce ne sono due a non guardarsi in un campo di silenzio. Lì come attorno al colosso della psiche, a una certa ora, comincia l’ipermetropia che distanzia le piste, l’ultrasuono di perdersi di cuore per troppo dubbio, la menzogna che loro ti cadono dall’alto la distanza dei connotati. Per dirla Putignano asciuga tutti i tracciati divergenti che fanno della poesia uno snodo. Anche la sua Iside soffre il fatto compiuto dell’immobilità di un tempo metastorico, così assisa sul cubo occhiuto soffre la mitizzazione reduce di chi s’è già visto lungamente raccogliere da lei  le membra, tornando a questa vita relativa e piana, a questa casa posta al limite dell’essenziale da cui scrutare ombre e uomini come una moltitudine di umanità contigua alla luce che è la materia a governare, cambiando posa, secondo la rotta funambolica di un’ombra, che si vorrebbe chiusa in un cerchio perfetto.]    

 

Questa e altre paranoie

Sì, questo è quello che più desideriamo

Ma non è nell’ipnosi del farmaco

Soldatini metafisici sputati a sminar la via

Per l’arrivo della fanteria  T. P.  

Paranoia

Paranoia è un colosso

Un colosso dai mille tentacoli

Un colosso che conosce

Il tuo nome

Il tuo sesso

Il tuo colore

Il tuo suono

E con lembi della tua carne

Disegna una falsa pista

Ad ingannare il tuo ritorno

Iside

Iside è una città

O una chiesa

O una madre

Iside nutre il figlio della cometa

Iside è bellissima

Siede sul cubo dai cinque occhi di nuvola

Sopra il serpente

Iside calza una luna crescente

Il suo seno è scopeto

E il suo collo è cinto dalla collana dalle otto foglie

Iside parla poco

E è incoronata da dodici stelle 

 La mia casa

Vivo nel confine

La casa dove abito

È tra la grande città e il grande deserto

Mi chiederai ”perché”

Non lo so

So solo che ho sempre vissuto qui

Un vicino alimentari mi nutre

Una vecchia bottiglia mi disseta

Un letto accoglie i miei sogni:

Soprattutto da qui c’è una buona vista:

Ad est osservo gli uomini e le loro fatiche al crescere del giorno

Da ovest mi osserva l’ombra degli uomini che furono

E il canto delle loro guerre cessate

E questo è abbastanza per viverci   

   “Ogni parola detta

   Mille non dette

   Ed una non detta

   Mille e mille”

Tommaso Putignano è nato nel 1972, ha pubblicato Navigatori a vista (da cui queste poesie sono tratte) per Fermenti editore. Qui una lettura audio de La mia casa 

  


Filed under: viviana scarinci Tagged: Iside, Memnon, poesia, prosa, psiche, Tommaso Putignano, viviana scarinci

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