Questa folle città di nome Beirut...

Creato il 19 ottobre 2014 da Micols
A Beirut fatico sempre a capire cosa succede. A fare letture chiare. A dare qualcosa per scontato. Perché nulla lo è. Senza andare troppo lontano, molto spesso mi fermo ad osservarne i dettagli. Mi basta quello.E così, in una domenica uggiosa, ti siedi a bere un succo in un ristorantino del centro al chiuso, almeno fai due chiacchiere, leggi un libro, controlli internet e ti rilassi. Ma mentre cominci a sorseggiare un succo alla carota, vedi che arrivano due tipi, vestiti casual, giovani, pantaloni e maglietta senza pretese.
Li guardi con fare svogliato mentre, di spalle, stanno ormai per sedersi e ti accorgi che dal jeans spunta un'inconfondibile sagoma, in una frazione di secondo ti dici "ma vedo bene? quella è una pistola?!" E, benché senza occhiali, devi aver fatto una smorfia talmente assurda che uno dei due, capendo bene, ti saluta dicendo che sono dei poliziotti, puoi stare ben tranquilla.
Oppure t'imbatti all'improvviso in una riproduzione della statua de La pietà di Michelangelo messa lì a caso tra i palazzi fatiscenti del quartiere. Non solo La pietà ma anche un centurione romano e un'ingombrante croce di legno. Messi lì, in bella vista in mezzo al nulla, come un cazzotto in un occhio. Oppure una baita in legno con la scrittafelafelimmersa nel contesto urbano beirutino che sembra essere piombata da qualche Paese del nord Europa. E poi ti fermi a mangiare un panino, il tipicomanaeesh, e i due panettieri siriani ti mostrano un piatto che stanno preparando chiedendoti conferma sul fatto che sia proprio quella la ricetta armena, perché ai loro occhi tu sei devi russa quindi dovresti saperlo.Ma dato che sei italiana, ne approfittano per chiederti se è facile dall'Italia arrivare in Germania, hanno intenzione di prendere l'aereo fino ad Algeri per poi passare in Tunisia e tuffarsi in Libia, da cui s'imbarcheranno per l'Italia, con 3000/3500 dollari dovrebbero cavarsela. E, regalandoti del pane appena sfornato per la cena, ti lasciano con quello che, secondo loro, è un paradosso tutto libanese, "qui è pieno di esercito e non c'è sicurezza, in Siria, con Assad, non c'era esercito ma c'era sicurezza". Ma un paio di manette appese a mo' di ciondolo sullo specchietto retrovisore di un taxi sono decisamente il dettaglio più buffo e forse raccapricciante che mi sia capitato di notare...

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