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Questa ricetta è estremamente semplice...

Creato il 29 agosto 2010 da Taccodieci @Taccodieci
Così iniziava la ricetta che ho avuto la bella idea di seguire l'altra sera. Non l'avessi mai fatto... Che disastro, gente, che disastro. Ma cominciamo dall'inizio.
Avevo voglia di verdure, per cui sono rimasta folgorata da questa ricettina per "polpette vegetariane". Almeno non avrei mangiato la solita insalatina o insalatona o i soliti sbifidi spinaci bolliti.
Dopo il lavoro mi sono fermata a fare la spesa per procurarmi tutto l'occorrente, quindi sono tornata a casa leggermente in ritardo rispetto al solito. Il mio ragazzo, ovviamente, era al computer, ma entrando gli ho annunciato trionfante: "non muoverti, amore, stasera CUCINO IO! Sentirai che bontà!".
Ho iniziato triturando una bella cipolla rossa assieme ad una carota. Non avevo idea di quanto potesse essere malefica una sola cipolla rossa. Mi è venuta una reazione allergica spropositata, gli occhi non solo lacrimavano, ma parevano un fiume in piena dolorante. Ho abbandonato la cucina, nella speranza di scampare ai fumi fetidi, ma niente. Mi aggiravo per la casa facendomi aria con le mani sugli occhi grondanti, che non riuscivo nemmeno più ad aprire e che mi causavano certe fitte di dolore che ve le raccomando. Mi sentivo una cieca ed andavo a sbattere sui muri. Mi sono sciacquata la faccia, facendo prima attenzione a lavare bene le mani col sapone, ma ci sono voluti venti minuti buoni prima che l'effetto si attenuasse. Anche il naso grondava come se avessi un raffreddore fotonico e quaranta di febbre.
Ho chiuso ermeticamente la cipolla incriminata in una padella, ci ho aggiunto dell'olio ed ho fatto soffriggere il tutto. La casa si è subito riempita di uno squisito profumino di cipolla e questo mi ha rinfrancata molto. Con rinnovato slancio ho triturato le zucchine e le ho aggiunte alla cipolla ed alla carota. Sale, pepe ed ho atteso che il tutto fosse quasi cotto. Quasi cotto? Le zucchine hanno perso una infinità di acqua e, siccome la ricetta diceva di attendere senza spegnere il fuoco fino alla completa evaporazione dell'acqua di cottura, ho praticamente cucinato uno stracotto di verdure. Prima di bruciare anche la padella ho perso la pazienza, ho tolto il tutto dal fuoco pensando "massì, aggiungerò un po' di pangrattato in più per asciugare l'acqua".
Cercando di non bruciarmi le mani con l'impasto bollente (ormai era tardi, non potevo certo aspettare che si raffreddasse) ho iniziati ad amalgamare il tutto con due uova e del pane grattugiato. La ricetta diceva di aggiungere 300 grammi di pangrattato, io ne ho aggiunti 750. C'erano quindi delle verdure sparse che giocavano a nascondino in una massa indistinta di pangrattato.
Ho creato delle polpettine (ne sono venute tantissime, molte di più di quelle che due persone normali riuscirebbero a mangiare in tre giorni non nutrendosi d'altro), le ho passate nella farina e le ho disposte in una padella piena di olio bollente. Il mio intento era di friggere le polpette, invece sono riuscita a friggermi due dita. Non so se avete mai provato il dolore lancinante di immergere come un'idiota la punta di due dita nell'olio bollente, ma vi assicuro che è un dolore che ha dell'incredibile: le dita continuano a bruciare e pulsare anche immerse in acqua ghiacciata. Ora ho due bolle purulente che mi fanno malissimo. DON’T TRY AT HOME!
Mentre me ne stavo con le dita immerse nell'acqua ghiacciata, lanciando parolacce a destra e a manca, le polpette sul fuoco hanno iniziato a bruciare e, nel breve lasso di tempo necessario per asciugare la mano dolorante ed arrivare al fornello, tutta la cucina si era riempita di fumo e di una puzza che attanagliava le narici come un pitbull attaccato alla preda. Ho chiuso la porta della cucina, evitando che il disastro si propagasse anche nelle altre stanze, ed ho subito tolto le polpette dal fuoco. Il danno ormai era fatto. Le polpette erano mezze bruciate e la padella antiaderente misteriosamente pure. Ho salvato il salvabile e ho aperto la finestra. Il fumo e la puzza non accennavano a diminuire, così ho attaccato l'aspiratore. Niente. Sono andata in soggiorno a prendere il ventilatore e l'ho acceso in cucina (mentre facevo questo il mio ragazzo mi ha chiesto "tutto bene in cucina? Come mai hai chiuso la porta? e io "tutto sotto controllo! Preparati che tra poco si mangia!"). Nemmeno il ventilatore lanciato alla massima velocità faceva un gran effetto. Come ultima risorsa ho alzato la zanzariera dalla finestra e subito la cucina è stata invasa da zanzare, farfalle notturne, coccinelle ed una miriade di altri insetti n.a.s. Pareva di stare ad Esapolis (per chi non fosse di queste parti, Esapolis è il nome del museo degli insetti, ndr). Io pensavo che gli insetti schifassero il fumo ed il tanfo, invece sembra che gli insetti padovani in qualche modo ne siano attratti.
Risultato: abbiamo mangiato le polpette scampate alla strage alle nove e mezza in una specie di gora dell'eterno fetore, con quelli che credo fossero insetti stecco che cercavano di zompare nei piatti e ragni che si calavano dal lampadario. Le polpettine superstiti erano anche buone, nonostante tutto, ma non me le sono godute molto dovendole mangiare con gli occhi ancora gonfi ed una mano fasciata.
La Redazione

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