Fu un esordio al fulmicotone quello di Giuse Alemanno, scrittore pugliese alla sua prima, vera prova letteraria che ci regalò nel 2005 una robusta storia dal ritmo incalzante del tutto estranea a quel minimalismo ombelicale tutto nostrano (ancora meglio: scevro da qualsiasi rigurgito nostalgico tanto caro alla narrativa meridiana). Qui i modelli di riferimento sono i più disparati, e tutti evidentemente di grossa caratura (dai veristi italiani ai grandi scrittori russi - rivisitati però attraverso una sensibilità che attinge da fonti che spaziano dal fumetto grottesco alla Alan Ford all’epica stracciona e picaresca di Sergio Leone). Terra Neraè la storia di un cafone del sud, Nino, disposto a qualsiasi compromesso pur di risalire la china e diventare un ‘galantuomo’ in un Mezzogiorno senza spazio e senza tempo dove polvere, sangue e sudore assurgono lentamente a veri protagonisti della vicenda. Se stile e linguaggio sono davvero eccellenti, denotando da parte dell’autore una notevole percezione dei tempi del parlato, andrebbe forse segnalato l’eccessivo dilungarsi nella parte centrale del romanzo dell’enunciazione dei concetti cardine dell’anarchismo attraverso un personaggio (Bruttacapa alias Errico Malatesta) la cui didascalica verve nulla aggiunge - e anzi toglie - all’evolversi degli eventi. L’intromissione dell’autore nella narrazione, poi, se qua e là risulta sostanzialmente equilibrata e persino appropriatamente sardonica, in altri punti appare lievemente forzata, quasi che Alemanno, disegnando la minuziosa scenografia per la propria storia, non sia talvolta riuscito a frenare la sua proverbiale vis polemica. Ma sono quisquilie da poco dinanzi alla oggettiva riuscita di un'opera che incanta e stordisce, e che è giusto riscoprire.Terra nera - Giuse Alemanno (Ed. Stampa Alternativa)
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Fu un esordio al fulmicotone quello di Giuse Alemanno, scrittore pugliese alla sua prima, vera prova letteraria che ci regalò nel 2005 una robusta storia dal ritmo incalzante del tutto estranea a quel minimalismo ombelicale tutto nostrano (ancora meglio: scevro da qualsiasi rigurgito nostalgico tanto caro alla narrativa meridiana). Qui i modelli di riferimento sono i più disparati, e tutti evidentemente di grossa caratura (dai veristi italiani ai grandi scrittori russi - rivisitati però attraverso una sensibilità che attinge da fonti che spaziano dal fumetto grottesco alla Alan Ford all’epica stracciona e picaresca di Sergio Leone). Terra Neraè la storia di un cafone del sud, Nino, disposto a qualsiasi compromesso pur di risalire la china e diventare un ‘galantuomo’ in un Mezzogiorno senza spazio e senza tempo dove polvere, sangue e sudore assurgono lentamente a veri protagonisti della vicenda. Se stile e linguaggio sono davvero eccellenti, denotando da parte dell’autore una notevole percezione dei tempi del parlato, andrebbe forse segnalato l’eccessivo dilungarsi nella parte centrale del romanzo dell’enunciazione dei concetti cardine dell’anarchismo attraverso un personaggio (Bruttacapa alias Errico Malatesta) la cui didascalica verve nulla aggiunge - e anzi toglie - all’evolversi degli eventi. L’intromissione dell’autore nella narrazione, poi, se qua e là risulta sostanzialmente equilibrata e persino appropriatamente sardonica, in altri punti appare lievemente forzata, quasi che Alemanno, disegnando la minuziosa scenografia per la propria storia, non sia talvolta riuscito a frenare la sua proverbiale vis polemica. Ma sono quisquilie da poco dinanzi alla oggettiva riuscita di un'opera che incanta e stordisce, e che è giusto riscoprire.Terra nera - Giuse Alemanno (Ed. Stampa Alternativa)
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