Magazine Rugby
Nei giorni scorsi si respirava una certa insoddisfazione perché era chiaro che Richie McCaw non sarebbe stato dell'incontro, in una logica di salvaguardia del capitano che era già stata esplicitata dallo staff tecnico degli All Blacks con il Championship in corso: il ragazzo ha lavorato a cottimo per anni, ne ha date tante e ne ha prese tante, pure per via di quel suo vizio di farsi sempre ritrovare nei posti sbagliati al momento giusto. Dunque McCaw non sarà in campo, ma guardando la lista dei titolari la Nuova Zelanda pesca quelle che nell'adagio attuale sarebbero considerate seconde scelte: certo, certo...
Quattordici cambi rispetto alla squadra che domenica ha battuto la Scozia, con una coppia di centri titolare come quella formata da Ma'a Nonu e Conrad Smith, mentre alle ali ci sono Julian Savea e Hosea Gear, con il classe '91 Beauden Barrett posizionato estremo. La panchina per il reparto trequarti propone Cory Jane - ed eventualmente Dan Carter, nel caso i neozelandesi volessero testarlo ancora nella posizione di centro. In cabina di regia ci sono Aaron Cruden, ma soprattutto Aaron Smith, il mediano che ha sfilato il posto a Piri Weepu questa estate e che negli schemi AB è una delle pedine per accelerare notevolmente il ritmo della gara.
Veniamo al reparto avanti, dove si posiziona il capitano di giornata: è Kieran Read, la terza linea che guiderà il gruppo per la prima volta - un tour boreale per testare tutto e di più, le motivazioni in particolare. A chiudere la back row con lui ci saranno Liam Messam e Sam Cane. Contro gli italiani c'è l'esperienza: quella di Ali Williams in seconda linea, al fianco di Brodie Retallick, più quella di Tony Woodcock e Keven Mealamu in prima, dove si schiera anche Charlie Faumuina. E' l'occasione del face to face dopo la figuraccia rimediata in quell'angolo di terreno a San Siro...
Tra i panchinari anche Ben Franks, Sam Whitelock e Victor Vito. Hansen ha detto ricordarsi il 20-6 milanese e ha messo in conto la fisicità della partita.
Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett; 14 Hosea Gear, 13 Conrad Smith, 12 Ma'a Nonu, 11 Julian Savea; 10 Aaron Cruden, 9 Aaron Smith; 1 Tony Woodcock, 2 Keven Mealamu, 3 Charlie Faumuina; 4 Ali Williams, 5 Brodie Retallick; 6 Liam Messam, 7 Sam Cane, 8 Kieran Read (capt).
Replacements: 16 Dane Coles, 17 Wyatt Crockett, 18 Ben Franks, 19 Samuel Whitelock, 20 Victor Vito, 21 Tawera Kerr-Barlow, 22 Daniel Carter, 23 Cory Jane.
Update:
Come risponde l'Italia? Arriva a stretto giro la "risposta" di Jaques Brunel e staff per la kermesse, chiedo scusa la gara-evento dell'Olimpico (sia detto a scanso di equivoci, per massimo rispetto di chi scenderà in campo a prendersi le botte). Ne cambiano otto rispetto alle Tonga ma con otto titolari e cinque riserve della Benetton, sempre "Azzurri-a-strisce" (biancoverdi) rimangono:
15 Andrea MASI (London Wasps, 70 caps), 14 Giovambattista VENDITTI (Zebre Rugby, 7 caps), 13 Tommaso BENVENUTI (Benetton Treviso, 21 caps), 12 Alberto SGARBI (Benetton Treviso, 21 caps), 11 Mirco BERGAMASCO (Racing-Metro Paris, 87 caps), 10 Luciano ORQUERA (Zebre Rugby, 27 caps), 9 Edoardo GORI (Benetton Treviso, 14 caps)*, 8 Sergio PARISSE (Stade Francais, 89 caps) – capitano, 7 Simone FAVARO (Benetton Treviso, 14 caps), 6 Alessandro ZANNI (Benetton Treviso, 67 caps), 5 Francesco MINTO (Benetton Treviso, esordiente), 4 Antonio PAVANELLO (Benetton Treviso, 11 caps), 3 Martin CASTROGIOVANNI (Leicester Tigers, 89 caps), 2 Leonardo GHIRALDINI (Benetton Treviso, 46 caps), 1 Andrea LO CICERO (Racing-Metro Paris, 96 caps)
a disposizione: 16 Davide GIAZZON (Zebre Rugby, 3 caps), 17 Alberto DE MARCHI (Benetton Treviso, 3 caps), 18 Lorenzo CITTADINI (Benetton Treviso, 14 caps), 19 Quintin GELDENHUYS (Zebre Rugby, 31 caps), 20 Mauro BERGAMASCO (Zebre Rugby, 92 caps), 21 Robert BARBIERI (Benetton Treviso, 25 caps), 22 Tobias BOTES (Benetton Treviso, 6 caps), 23 Luke MCLEAN (Benetton Treviso, 39 caps)
Ovvio il ricambio alle ali: torna la coppia "titolare" (dal 6Nazioni scorso) Venditti-Bergamirco, al posto del non ancora convincente Iannone e del sempre più utility back Luke McLean, sistemato in panca -mi sa che soffriremo l'assenza della sua capacità tattica in fondo; anche se c'è una logica apparente: Cruden è meno tattico di Carter e senza Dagg pfiuuu, si respira un po' meglio tra gli Azzurri in fondo. Il resto dietro rimane fisso: i due centri trevigiani Sgarbi e Benvenuti, il running back Masi.
Rotazione completa invece in mediana, dove Orquera rileva a sorpresa Burton, mentre Gori anche se ha giocato molto meno di Botes, in panchina, era più plausibile al suo posto. Notare, in panca c'è posto per un solo mediano, per cui Botes coprirà ambedue i ruoli (Brunel forse continua a vederlo più come apertura: dopo la prova con Tonga del primo tempo, non mi sento di dargli tutti i torti).
Se Parisse e Zanni sono ovvie conferme tra i linebacker, Favaro scambia posto titolare-panca con Barbieri, ottenendo una terza linea un po' meno d'impatto ma più equilibrata nei ruoli, certo rimettendoci qualcosa in fase di penetrazione: ball carrier saran quindi Ghira, Zanni per quel che può e riesce, Parisse?
Cambio totale dei lock: servono più certezze in rimessa e per rendere più agevole il compito di Ghira., viene schierata la seconda linea Benetton con Pavanello e l'aggressivo Minto, quest'ultimo quasi una coppia di mastini ideale con Favaro. Rimesse a posto infine le gerarchie in prima linea, dove Cittadini è in panca e rientra il riposato Castrogiovanni con LoCicero e Ghiraldini.
In panca la prima linea per il finale è appunto Cittadini con De Marchi Alberto e Giazzon; Geldenhuys copre i lock, Barbieri come detto la terza linea ... ma c'è posto anche per Bergamauro: esperienza, garra - sovente poco lucida ora che l'età avanza (sorry per la lesa maestà, ma qui è così), canto del cigno in bellezza e chi più ne ha ...
La logica della gara d'attrito (subìto) che fa portare a Brunel due terze linee in panca, costa il posto alla apertura di rilievo: per cui si preferisce ovviamente coem rincalzo il mediano più versatile, al limite anche ala come del resto Gori stesso, Botes.
A livello di reparti, "quella volta" di San Siro (2009) c'era Crockett (ora in panca), Tialata poi Afoa con Flynn poi Hore e non erano ripieghi; anche stavolta c'è il numero uno dei numeri uno al Mondo, Woodcock, l'hooker più esperto a disposizione e un giovanottone potente, Faumuina, a troncar le gambe dell'espertone LoCicero. Vedremo. Stavolta si può cambiar tutta la prima linea: opportunità di vendetta nel finale per Crockett (di fatto dopo San Siro perse il posto in nazionale) con l'altro titolare Ben Franks e il "fresco" Coles da Wellington, contrapposti a Cittadini, titolare "in pectore" dopo il Man of the Match a casa sua a Brescia, assieme agli ancora meno internazionalmente scafati De Marchi e Giazzon.
Interessante e in qualche modo "potabile" la sfida in seconda linea: Retallick con l'antico Ali potrebbero essere un target raggiungibile per i nostri, se in giornata di grazia. In terza linea invece sarà dura come il ferro: lo sgusciante Messam, il giovane Cane che deve guadagnarsi il posto di McCaw del futuro, Read che non teme il confronto con nessuno, nemmeno con un incrocio tra Parisse e Harinordoquy o Steffon Armitage che s'allena con Masoe.
Peggio che mai al centro: Conrad Smith e Ma'a Nonu, chi li ferma? E Cruden addosso a Orquerino? Per non dire dell'altro Aaron, quando decide di infiltrarsi da dietro le ruck. Alle ali possono mettere chi vogliono il risultato non cambia, date le capacità degli altri di creare campi per il decollo, mentre il giovane Barrett in fondo è esperimento interessante e andrebbe in qualche modo "testato" tatticamente.
Davanti o dietro, aldilà delle fasi statiche e della disciplina, il quesito cui gli Azzurri verranno sottoposti è quello solito degli AB, il meno agevole possibile per una squadra come la nostra che quando fa le cose fatte bene, lo fa in modo ligio e composto. E' un quesito che bypassa quello classico se sia meglio puntare al possesso o al territorio per tenerli lontani: è la loro capacità di riconquista dell'ovale, cui segue ripartenza razzente da ogni punto del campo (anche al piede, mai usato come "disimpegno") che destabilizza l'avversario, sfruttando la intercambiabilità di tutti - avanti e trequarti, registi e (finalizz-)attori - e non dà tempo di rischierarsi né punti di riferimento.
Per cui diventa cruciale la battaglia sul punto di incontro - ma guarda un po'. Ca va sans dire, prerequisito indispensabile per "reggere" è il controllo delle fasi statiche, perlomeno su proprio lancio/introduzione. Sarebbe Deeee-fence nel senso "moderno" e non statico-antico del termine.
Chi ricorda quei settanta minuti dell'Argentina nel The Championship all'andata? Ecco, così bisognerebbe fare. Facile a dirsi ...
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