Magazine Cinema
Si inizia con Leslie Mann che si rifiuta di ammettere che in quel giorno compiva 40anni.
Questa scena me la son già vista una manciata di volte non so se nella vita reale, ne i Robinson o in qualche porcheria con Sandra Aniston o Jennifer Bullock.
Stavo per spegnere.
Poi ho pensato che il regista/sceneggiatore è Jude Apatow cioè uno che di miracoli non ne ha mai fatti ma nemmeno di schifezze.
Allora ho schiacciato di nuovo play.
Nel farlo mi sono accorto di quanto sia prolisso Apatow: "durata residua 122 minuti". A mio modesto parere una commedia non deve mai ( MAI) superare i 90 minuti. I 30 minuti in più sono noiosi come i tempi supplementari in una partita di calcio. In più al cinema non c'è neanche la speranza che si vada ai rigori.
Scusate l'inciso.
La storia procede con le dinamiche familiari di:
-marito (Paul Rudd) giovanilista proprietario di un'etichetta indipendente in crisi economica perché per integrità artistica produce solo roba senza mercato
-figlia adolescente che vive sui social network
-figlia piccola arguta che fa battute spiazzanti.
-padre di lui squattrinato con tre gemelli di cui non ricorda i nomi.
-padre di lei chirurgo che si è fatto una nuova famiglia e cerca di essere il padre che non è mai stato.
Il film vuole fotografare la società americana moderna, la giudica cinicamente e poi la assolve.
Ecco in queste specie di recensioni che scrivo, che son più che altro dei pareri di un amico che racconta ad altri amici se secondo lui un film vale i soldi del biglietto o almeno il tempo speso a vederlo, raramente riporto la trama.
In questo caso farei veramente fatica a farlo perché non succede praticamente niente.
This is 40 è un'accozzaglia di tematiche familiari up-to-date e cultura pop: questa è la sua rovina ma è anche la sua salvezza.
Il target perfetto è quello dei geek nati a cavallo ( o anche su un letto di ospedale) tra gli anni 70 e 80 che vivono di TV, musica ed Internez vari. Far cogliere le mille citazioni come esche è un furbo espediente che solletica l'autostima dello spettatore. Per quanto mi riguarda ci sono cascato in pieno: ad un certo punto mettono su gli Alice in Chains e mi hanno reso felice).
Restano qualche risata a dentri stretti, Paul Rudd che si controlla un'emorroide con uno specchietto e Megan Fox in lingerie che si fa palpare le tette da Leslie Mann.
Una commedia nel complesso piacevole che però lo scarso spessore/equilibrio narrativo ed il fatto che si rida poco lo rendono di molto inferiore a Molto Incinta o a 40 anni vergine.
Ps. Vale il tempo speso a vederlo ma non necessariamente il prezzo del biglietto.
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