Ryan Reynolds in Buried
Buried – Sepolto(Spagna 2010)
Regia: Rodrigo Cortes
Cast: Ryan Reynolds
Genere: tombale
Links: IMDb,
mymoviesSe ti piace guarda anche: Phone Booth, Kill Bill
Sei il marito di Scarlett Johansson? Sei stato eletto uomo più sexy del mondo dalla rivista People? Sì, sei tu? E allora per punizione la polizia del karma ha deciso che ti meriti di startene un bel po’ rinchiuso in una bara. Scusa, ma è giusto per ristabilire un po’ di cazzo di giustizia in questo mondo.
Dev’essere da questo spunto che sono partiti il regista e lo sceneggiatore di “Buried”: prendiamo Ryan Reynolds e diamogli ciò che gli spetta per essere l’uomo più fortunato del mondo. Bene, peccato che oltre a questa soddisfazione, comunque non da poco, il film non è che conceda molto altro.
Ancora Ryan Reynolds in Buried
La trama è davvero minimal: il camionista Ryan Reynolds si trova chiuso in una bara sepolta sotto terra da qualche parte nel deserto dell’Iraq. Tutto ciò che ha disposizione sono una luce, un po’ d’acqua e un cellulare. Perché siamo nel 2010 e i cellulari te li tirano dietro pure nelle bare.Il film si lascia vedere perché pone alcuni dubbi amletici, come “Chi ha messo Ryan lì dentro?” o “Riuscirà Ryan a uscire dall tomba come la Sposa di Kill Bill?”, “Ryan è finito in una puntata di
Scherzi a parte o Punk’d” o ancora “Ryan avrà attivato la
Vodafone passport?” In caso contrario, a telefonare dall’Iraq spende una fortuna e se anche si salva quando torna a casa Scarlett mi sa che lo ammazza di botte.
E, a sorpesa: Ryan Reynolds in Buried.
Oh, non ci sono altri attori in sto ca**o di film
Su questo film avevo sentito pareri parecchio contrastanti, tra chi parlava di capolavoro assoluto e chi parlava di cagata altrettanto assoluta. Chi parlava di capolavoro o dev’essersi fatto di metanfetamine e quindi vedere un tizio chiuso in una bara per un’oraemezza dev’essergli apparso come un trip irripetibile, oppure non ha mai visto "Phone Booth - In linea conl'assassino" o "Kill Bill". Dal primo riprende la stessa struttura, solo che quello era ambientato in una cabina telefonica e aveva una sceneggiatura molto più inventiva. Da "Kill Bill Vol. 2" riprende invece la memorabile scena di Uma rinchiusa sotto terra, solo che in quel caso l’immobilità della scena veniva animata da un memorabile flashback. Tarantino aveva preso l’idea tra l’altro dall’episodio “Usignolo” della quarta stagione di “Alias”, in cui
Sydney Bristow alias
Jennifer Garner si risvegliava dentro una bara e l’ha poi riproposta pure nell’episodio da lui diretto di “CSI”.Quindi diciamo che questo “Buried” è sì un film estremo, visto che è interamente ambientato dentro una bara, però non rappresenta certo qualcosa di nuovo o mai visto, anche perché poi quella di limitare l’azione in un solo claustrofobico ambiente non è pure questa una novità. Si vedano in proposito “Saw”, “Paranormal Activity”, “Devil”, “Lebanon”, etc. Ma da cosa è partita questa claustro tendenza? Credo che la colpa sia da attribuire al geniale (e parecchio inquietante) “Cube – Il cubo” di Vincenzo Natali, uno di quei film che vanno visti una volta nella vita e poi basta, a meno che non si goda nello stare male. E poi alla crisi economica: cosa c’è di più low-cost del girare in una location sola con un numero limitato di attori?
Ridi ridi, David Silver.Ma il karma prima o poi verrà a prendere anche te
“Buried” porta tutto questo discorso alle estreme conseguenze: una location piccolissima (la bara) e un unico attore (il fortunello Reynolds). Per il resto può essere considerato magari non una cagata totale, ma solo una mezza-ciofeca, visto che il film si lascia comunque vedere fino alla fine, seppure con una tensione non sempre alle stelle. La sceneggiatura a tratti non sa più che pesci pigliare (ad esempio quando compare persino un serprente), ma a tratti se la cava con qualche riflessione sulla guerra; anche se pure in questo caso uno “Shadow” del nostro
Federico Zampaglione presenta spunti decisamente più interessanti e originali.Buona infine la prova di Reynolds, però chi ha parlato di possibile nomination all’Oscar per lui mi sembra decisamente fuori strada. Primo: un horror claustro del genere non credo sia minimamente preso in considerazione dall’Academy. Secondo: Ryan, sei un figo, sei sposato con Scarlett Johansson, ti seguo dai tempi di “Maial college” e mi stai pure simpatico, però da qui ad arrivare a dire che sei un attore da Oscar ne passa di terra sopra la bara.
Per un eventuale sequel del film propongo come protagonista
Brian Austin Green (il David Silver di “Beverly Hills 90210”). Ti sei sposato Megan Fox? E allora adesso per penitenza ti becchi la tua bella permanenza in una bara. Perché come insegna “My Name is Earl” il karma non perdona mai, tiè!(voto 5)