Una vecchia canzone molto famosa diceva " Questione di feeling..." Era ovviamente una canzone d'amore. Ma se fosse stata una canzone sulla comunicazione avrebbe detto invece " Questione di... meaning!" Sì. Questione di significato, il significato e la valenza che diamo alle parole.
Adesso pensa a quali vocaboli usi per descrivere certe situazioni o certe emozioni. Ad esempio, quando qualcosa ti entusiasma magari esclami:
Ma cosa intendi veramente? Ognuno di noi sceglie dei vocaboli a cui attribuire un proprio significato, una valenza emozionale precisa.
Ti è mai capitato di parlare con una persona e, dopo un po' che vi confrontate su un argomento, renderti conto che state dicendo la stessa cosa ma con parole diverse? La scena è tipica. Ad un tratto uno dei due si ferma, guarda l'altro e gli fa " Stiamo dicendo la stessa cosa. "
Nella comunicazione una discordanza di significati può portare a spiacevoli incomprensioni, del tutto gratuite e facilmente evitabili. Serve solo un po' di c.d. acutezza sensoriale verbale. Immagina che una persona arrivi da un'altra con una bella notizia che per lei stessa su una scala emozionale positiva da 0 a 10 valga 10. La racconta e al termine esclama " Che figata!" Anche per la seconda persona la notizia ha un valore emozionale positivo di 10 ed esclama: " Buono davvero." A questo punto magari la prima persona rimane delusa e fa la faccia abbacchiata, pensando " Ma come? È una figata e per lei è solo buono davvero? " In realtà per la seconda persona esclamare Buono davvero ha la stessa valenza positiva (10) del Che figata della prima, solo che utilizzano due espressioni molto diverse. Il disappunto della prima persona deriva semplicemente dal fatto che nella propria scala emozionale l'espressione Buono davvero ha un valore massimo, ad esempio, di 5, quindi si trova a pensare che la seconda persona sia entusiasta la metà di lei ad apprendere la medesima notizia, mentre invece il loro livello di felicità è identico. Interessante, vero?
Questa è l'importanza dell'acquisire una consapevolezza fondamentale: gli altri non hanno la nostra c.d. mappa del mondo linguistica. È questione di meaning! Nella vita di tutti i giorni si creano spesso scontri per la divergenza dei significati che le persone danno alle parole e su come intendono certi concetti. Gli esempi sono svariati. Immagina due fidanzati a cena. Lui finalmente le mostra l'anello fatidico. A lei piace tantissimo (10) e dice "Particolare. È proprio bello" (10 per la mappa di lei, 4 per la mappa di lui). Lui è delusissimo perché si aspettava almeno un "Fantastico! È da sogno!" (10 nella mappa di lui, non contemplato nella mappa di lei).
La divergenza delle mappe linguistiche personali si evidenzia ancora di più verso i concetti, ad esempio, nel contesto di lavoro. Prendiamo quello di collaborazione. Cosa significa veramente? Qual è la sua valenza corretta? La risposta giusta è: quella che gli dai tu (in termini ragionevoli, si intende). Prova adesso ad immaginare questa situazione. Alla festa di Natale dell'azienda X sono tutti presenti, dal presidente al portiere dello stabile. Il presidente fa il discorso e ringrazia tutti i suoi collaboratori. Fa il nome del suo staff personale e non considera invece nei ringraziamenti il fattorino e il magazziniere. Questi rimangono molto delusi pensando "Ma come? Sono anch'io un collaboratore e non mi ha ringraziato? Che ingrato. Non riconosce il mio valore." Mentre invece non è così.
La differenza sta nella valenza data al concetto di collaborazione. Per il presidente collaboratore è solo colui che svolge un certo tipo di mansioni, mentre gli altri non significa che non siano utili o diano il loro contributo, ma semplicemente li considera dei lavoratori a margine del contesto principale che non rientrano nel suo concetto di collaboratore. Per il fattorino e il magazziniere invece è collaboratore dell'azienda anche chi lava il pavimento dell'ufficio ed ha diritto a farsi considerare collaboratore al pari dell'amministratore delegato.
Ti è mai capitata una cosa del genere?La divergenza di mappe del mondo linguistiche negli ambienti di lavoro dà adito a liti, gelosie e incomprensioni che possono sfociare in problemi e seccature molto serie. Ma spesso e volentieri solo di questo si tratta! Non di una vera e propria divergenza di concetto, bensì solamente di termini. Parole diverse per dire la stessa cosa.
Presta attenzione alla scelta del linguaggio e cerca di capire la mappa linguistica di chi ti sta parlando. Magari i concetti e le valenze sono gli stessi ma se ne parla utilizzando parole molto diverse. Metterle a fuoco nell'interlocutore è indispensabile per evitare scontri, arrabbiature e delusioni.
Spesso stiamo dicendo davvero la stessa cosa, ma semplicemente in due modi differenti.
Be careful!
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