È possibile utilizzare il Web (nel caso specifico i social) in modo sicuro e trasparente? Buona lettura!
Premessa
I social network ripropongono la piazzetta del paese su larga scala, rendendo internazionale tutto ciò che ci riguarda. Se per guidare serve una patente sui social serve una necessaria consapevolezza di ciò che si sta facendo e dei risultati che ne conseguono, onde evitare spiacevoli conseguenze.
Cose da evitare
- Evitiamo di render pubblici dati personali privati
Stato civile, orientamento sessuale, numero della carta di credito, indirizzo di casa, numeri di telefono, foto sexy… non sono dati che andiamo a stampare per poi mostrarli nella via sotto casa nostra o nella piazza cittadina. Perché dobbiamo renderli noti a milioni di sconosciuti, rischiando furti e la diffusione di dati sensibili e riservati? Il mondo vivrà lo stesso anche se non condividiamo le nostre credenziali riservate, il miglior filtro alla privacy siamo noi (non scordiamolo). - Evitare di taggare come se non ci fosse un domani
Taggo la zia, la nonna, il cugino di 9 mesi, l’amico mentre sta evacuando, lo zio mentre bestemmia contro il vicino… Non sempre le foto che abbiamo scattato rappresentano e incontrano i gusti dei nostri amici, vicini o consanguinei. Magari hanno la bocca aperta, un dente cariato o un principio di cancrena in atto: prima di taggare tutti chiediamo il loro consenso e rimuoviamo la foto se non è di loro gradimento. Oltre ad evitare una denuncia faremo un gesto di civiltà nei confronti del prossimo. - Minuto per minuto stile GF? Anche no
Non è necessario pubblicare i nostri movimenti intestinali, il nostro primo bacio, il primo rutto libero con gli amici al pub, la nutria che sta divorando i copertoni dell’auto del vicino di casa, il criceto che cerca di accoppiarsi con un peluche nella nostra camera… Ci sono eventi che sono privati e dovrebbero rimaner tali. Agli altri non interessa la nostra vita minuto per minuto (guardate le biografie al cinema o nei libri), ma solo (al limite) gli eventi più significativi, come la nascita di un figlio, l’auto nuova o l’estinzione di un mutuo. E in ogni caso meglio non pubblicare foto di bambini su Facebook, anche se sono i propri figli. Non sappiamo mai chi potrebbe leggere i nostri post e che fine potrebbero fare le nostre foto. - La posa oscena
Spesso siamo la rovina di noi stessi, pubblicando foto che ci ritraggono in posizioni imbarazzanti, sconvenienti o mentre stiamo compiendo gesti discutibili (come incendiare un pupazzo di Hello Kitty con una parrucca viola fucsia e gli Iron Maiden sullo sfondo). Di solito questi scatti, a mente lucida e sobria, generano pentimento e rimorso dopo qualche giorno (o anno) e sarebbe bello, anzi stupendo non averli mai pubblicati.
Esempio banale: se desiderate lavorare in comunità sociali di recupero per ex-alcolisti o tossici avere pubblicato centinaia di foto con la bottiglia in mano semi-nudi potrebbe non giovare al vostro curriculum. - Il candidato mancato
Anche la politica è un argomento insidioso, molto ricercato dai datori di lavoro sui social per carpire informazioni extra su di voi a costo zero. Pose equivoche con saluti romani, pugni chiusi, busti e magliette di chiara connotazione politica, spranghe di ferro o mazze da baseball potrebbero influenzare amicizie, contatti, cugini e futuri datori di lavoro.
Non è necessario pubblicare ogni dettaglio della vostra vita sui social, specialmente su temi così delicati e opinabili. - Il parto pubblico (naturale o cesareo)
Diventerete genitori e noi tutti ne siamo profondamente commossi, auguri e tanti figli.
Ma è necessario pubblicare in diretta foto di vostra moglie con il pancione, semi-svestita, mentre sta sudando e recitando improperi provenienti dal latino moderno? Forse no.
È necessario mostrare vostro figlio appena nato, in una pozza di sangue, con la pelle raggrinzita da 9 mesi di immersione forzata? Anche no, che ne dite? - Rispetto per tutti (nutrie incluse)
Può capitare di essere in disaccordo con le altre persone: ognuno di noi ha stili, punti di vista e passati differenti. Offendere a prescindere, inneggiando a divinità sconosciute e ripetendo il nome della Madonna in vari contesti però non ci rende più forti, ma solo più stupidi. Impariamo ad avere rispetto per le opinioni degli altri e forse ci verrà ricambiato il favore. - Il parere del badile (e della vanga)
Molte persone parlano perché la lingua è collegata ad un complesso sistema vocale che emette fonemi, spesso a caso e senza la necessaria documentazione.
L’importante non è leggere, studiare o informarsi ma parlare un tanto al badile, usando come metro di riferimento la vanga. È inutile combattere con queste persone, è tempo perso: se parlate con uno stupido chi passa potrebbe non accorgersi della differenza, per cui inneggiate il vostro mantra personale e cercate un trattativa: ove questa fallisca andate avanti per la vostra vita, avete cose da vedere e vari figli da crescere. - Il lucchetto (al portafoglio)
Carta di credito, password di quando siamo andati al mare e c’era il wi-fi abusivo, parole d’ordine scelte alle tre di notte sotto ansiolitici… Sono informazioni molto importanti per chi cerca di violare account, carte di credito, prepagate e conti bancari, per cui non condividetele in alcuna forma, orale o scritta. Altrimenti a piangere copiose lacrime su un pezzo di plastica svuotato sarete vuoi. - Patate e cipolle (e anche di più)
È necessario, ogni volta che si va a tavola, fotografare quello che si sta mangiando?
Siamo alla trattoria da Nando e devo fotografare due code alla vaccinara?
Direi proprio di no, oppure se vuoi immortalare queste rare pietanze tienile per te, senza inondare lo spazio di foto banali, scontate e, se va bene, anche con la messa a fuoco sbagliata.
Buon social a tutti
Marco