Qualche tempo fa il Dream Blog si era dedicato alla tragica vicenda di Oscar Mendoza, il crocierista portoricano morto a Napoli, all’ospedale Loreto Mare, in seguito ad un tentato scippo.
Vi ricordate? Cliccate qui per accedere al post della vicenda.
Il turista 67enne, in crociera con la moglie a bordo della nave Celebrity Solstice, di Celebrity Cruises, era rimasto gravemente ferito mentre passeggiava lungo via Marina, nella città partenopea – uno degli scali previsti dall’itinerario – quando, avvicinato da due giovani ragazzi che viaggiavano su un motorino, venne improvvisamente aggredito nel tentativo di sottrargli il Rolex che aveva al polso.
Mendoza, provando ad opporre una certa resistenza, cadde a terra battendo violentemente la testa e riportando un grave trauma cranico dal quale, purtroppo, nonostante un intervento chirurgico e le cure del caso, non riuscì più ad uscirne. Morì nove giorni dopo, lasciando la moglie e i propri familiari.
Nelle settimane successive la polizia riuscì, tramite il numero di targa del ciclomotore e il riconoscimento da parte della moglie della vittima, ad individuare i responsabili, fermando prima Salvatore Scippa, 33 anni, e successivamente, anche grazie alle indicazioni da lui fornite, Vincenzo Sannuto, 31enne.
Un evento che suscitò indignazione e clamore e su cui vennero puntati i riflettori della stampa internazionale, mettendo inevitabilmente in luce il problema della sicurezza in molte città italiane.
Torniamo oggi in argomento perché a distanza di ormai nove mesi, la vicenda ha avuto un importante seguito giudiziario.
I due responsabili precedentemente individuati sono stati infatti condannati rispettivamente a 14 anni e otto mesi e a 15 anni e due mesi di reclusione.
La sentenza è stata emessa dal gup Vincenzo Alabiso, al termine del processo con rito abbreviato. Per Sannuto e Scippa, il pm Luigi Musto aveva chiesto condanne rispettivamente a 20 anni e 17 anni e mezzo.
Al processo non c’erano parti civili: non si sono infatti costituiti né i familiari della vittima né il Comune di Napoli.
Le condanne emesse restituiscono simbolicamente giustizia all’immagine di una città che, poco dopo l’accaduto, aveva chiesto a gran voce al nuovo sindaco la ‘pulizia’ delle strade. Un intervento netto, determinato, senza eccezioni e che potesse eliminare dalle strade, di Napoli nel caso specifico, e di tante altre città italiane, europee e mondiali, in senso allargato, tutti i delinquenti che inevitabilmente, oltre a compromettere quotidianamente la sicurezza di turisti e prima ancora dei cittadini, rischiano di danneggiare l’immagine di una comunità che ieri ed ancora di più oggi non si riconosce, e non è disposta a farlo, in episodi di simile violenza.
Questione di sicurezza. Questione di libertà.
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