I protagonisti di questa storia sono morti, tutti tranne uno, anche perché quello che non è morto non è mai esistito. Kilgore Trout, era nato nel 1965 dentro la pagine di un libro, e da lì aveva cominciato a muovere i suoi passi, amorevolmente coccolato dal suo papà, Kurt Vonnegut, che ne fa, da subito, un prolifico scrittore di fantascienza. "Kill gore trout", ovvero "uccidi la trota in modo cruento", i riferimenti abbondano, e ce n'è uno in particolare, quello a Theodore Sturgeon (Sturgeon =Storione) che lo stesso Vonnegut dichiara in un'intervista. Con gli anni, e di libro in libro (di Vonnegut), l'opera inesistente (di Trout) arriva a contare fino a 117 romanzi (qualcuno li ha contati) e oltre 2.000 racconti. Di questi romanzi, qualcuno ha anche un titolo. Ed è qui che arriva l'ultimo protagonista di questa storia, Philip José Farmer. Che fa? Prende il nome di Trout e gli fa scrivere un romanzo, proprio uno di quelli che aveva già scritto. E' il 1975, e nelle librerie appare "Venere sulla conchiglia" di Kilgore Trout. E' un romanzo geniale e viene esaltato da critici e lettori, i quali non sapendo chi si celi dietro lo pseudonimo, rinconducono il tutto a Kurt Vonnegut. E a chi altri? Solo che era Farmer, e non Vonnegut, e Farmer non era Vonnegut e non era nemmeno Sturgeon, nella scala letteraria di Vonnegut. Ragion per cui, il tributo - perché di tributo vero e proprio si trattava - innervosì parecchio Vonnegut. Dapprima, si preocupo di smentire e di mettere a tacere tutte le voci che gli attribuivano il "parto". Subito dopo, si ritenne "costretto" a vietare un ulteriore utilizzo del nome del suo personaggio relativamente ad altre opere. Anche perché, la disponibilità all'utilizzo del nome "Kilgore Trout" l'aveva data proprio lui! Solo che non si aspettava che il libro di Farmer ottenesse un eco così vasta. Insomma, il tutto, come spesso avviene, si riduceva ad un problema di ... soldi. A dire di Vonnegut, Tout avrebbe fatto più soldi, in un solo anno, di quanti ne avesse fatti Farmer in tutta la sua vita. E, soprattutto, lui, Vonnegut, di tutti quei soldi, non aveva visto nemmeno il becco di un quattrino. Chiaro! No? La risposta di Farmer arriverà solo qualche anno più tardi, nel 1999. La nipote di Farmer, facendo una ricerca per il college su Kilgore Trout, era incappata in un'intervista a Vonnegut, e chiedeva al nonno la sua versione della storia. E Farmer parla di tristezza, e parla di ammirazione per Vonnegut. Dice quanto gli sia dispiaciuto non aver potuto scrivere "Son of Jimmy Valentine" (un altro degli pseudobiblia di Trout. Quanto ai soldi - racconta -il libro non fu per niente un successo commerciale.
“Mi sono divertito tantissimo a scrivere come Kilgore Trout, mi dispiace che Vonnegut abbia pensato ad esso come un pessimo libro”
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