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Questione di soldi (2° parte)

Creato il 15 settembre 2010 da Patuasia

L’immagine più appropriata per dare l’idea del mare di soldi che ha innondato le nostre valli è quella di Paperon de Paperoni, mentre nuota tra i dollari nel suo deposito. L’avete mai provata una simile sensazione? No? Allora, al di là della questione storica, cosa ci è servita l’Autonomia? A prendere i buoni di benzina e a odiare la lingua francese! Un po’ poco non vi sembra? I buoni hanno portato nelle nostre casse individuali qualcosa come 600/700 euro annui, attualmente sostituiti con i 300 euro dei buoni riscaldamento per nucleo familiare (un’operazione che aumenta il gettito pubblico a scapito di quello privato), eppure, se contiamo il dividendo della enorme cifra che entra ogni anno nelle casse pubbliche valdostane ci spetterebbe una somma pro capite di molto superiore a quella riferita nelle altre regioni italiane! Eppure continuiamo a viaggiare su treni sporchi e puzzolenti e perennemente in ritardo. Eppure eppure eppure. Non voglio ripetere l’elenco delle magagne, le conoscete anche voi. Cerco di rispondere alla domanda che già vi sarete posti: da dove ci è arrivato e ci arriva tanto denaro? Le voci più importanti sono state e sono sostanzialmente due:  l’assegnazione alla Regione autonoma dei 9/10 di tutti i tributi e imposte, compresa quella sulla birra, e la sostituzione dell’IVA da importazione (questa voce prima dell’introduzione del libero mercato, rientrava  nei 9/10). Quest’ultima una vera e propria regalia da parte dello Stato (infatti non si capisce perché dovremmo percepire del denaro su qualcosa che non esiste). Una volta una fonte di reddito era costituita anche dal Casinò, ma all’oggi non è più così. In buona sostanza noi valdostani viviamo di rendita! Quindi le nostre risorse non dipendono dalla nostra capacità imprenditiva, tantomeno dallo sforzo e dall’intelligenza, ma dalla bontà dello Stato nei nostri confronti. Ecco perché Rollandin e Fosson sono corsi da Berlusconi per vendere al miglior prezzo il voto di fiducia al Governo di quest’ultimo. (fine seconda puntata)


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