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Questione nucleare: problemi (non) risolti tra fukushima e chernobyl

Creato il 05 aprile 2011 da Alessandro @AleTrasforini
Poco o nulla si capisce su quanto stia accadendo in quel di Fukushima: livelli differenti di radioattività vengono diffusi, di pari passo a livelli di allarme sempre meno percepiti. Quale è, solo ufficialmente, lo stato dei sei reattori della centrale di morte?
Se ne esponga un'analisi nel seguito:
  • Reattore 1: nocciolo gravemente danneggiato, con probabile ed avvenuta fusione. 50% circa del combustibile è scoperto e mescolato ad acqua dolce;
  • Reattore 2: nocciolo gravemente danneggiato, con probabile fusione. Crepa di 20 centimetri sta sversando acqua radioattiva senza controllo nel mare, 50% circa del combustibile è scoperto e mescolato ad acqua dolce;
  • Reattore 3: nocciolo danneggiato, con danni al contenitore. 50% del materiale radioattivo è scoperto, viene aggiunta anche qui acqua dolce. Zona ad altissimo rischio in quanto presente combustibile mox (uranio+plutonio), altamente nocivo;
  • Reattore 4: spento dal 30 novembre, con incendi verificatisi nella piscina di stoccaggio del combustibile esausto. Edifici gravemente danneggiati;
  • Reattore 5-6: in stato di manutenzione al momento del sisma, dopo un periodo di seria complessità non destano preoccupazioni particolari.
Il quadro di allerta prevede un allarme limitato ai 30 chilometri di raggio calcolabili dalla centrale di Fukushima Daiichi, con i residenti invitati a rimanere al chiuso.
L'ultima soluzione pensata dalla Tepco consiste nello sversare in mare 11500 tonnellate d'acqua già radioattiva per stoccare il liquido ancora più contaminato presente nel reattore 2. Di fronte a questa soluzione, si configura un nuovo tipo di scelta: individuare il male minore come scelta maggiormente praticabile. A cosa porterebbe lo sversamento in mare di così ingenti quantità di acqua contaminata? A detta della stessa Tepco, conseguenze minime o nulle sulla salute degli stessi giapponesi residenti nelle vicinanze di Fukushima.
Questa soluzione è l'ultima dopo una serie infinita di altri ripensamenti, proposte ed errori fatti dal gestore nucleare giapponese: andando dalle barriere all'isola artificiale, per finire ai tassi di radioattività misurati con ordini di grandezza completamente sballati.
Il passo successivo riguarda una domanda terribilmente semplice: è possibile fidarsi della Tepco e di quanto pensato per far fronte all'emergenza?
La stessa Aiea, nell'invocare più trasparenza, ha previsto l'invio di esperti internazionali per concertare con autorità ed esperti giapponesi soluzioni alla gravità della questioni emerse. Il conteggio sfollati è limitato a sole 200mila unità, fatte evacuare dalla famosa area a raggio 20 chilometri.
Nonostante ogni rassicurazione, ci sono statistiche contrarie ad invocare lo stato di calma apparente. La stampa nipponica, contrariamente a quanto indicato dalla Tepco, ha affermato che già lo scorso 2 aprile i tassi di radioattività presenti nell'acqua di mare vicina alla centrale di Fukushima erano di circa 7,5 milioni di volte superiori alla norma.
Sono partiti indennizzi rivolti agli abitanti colpiti da questa strage, oltrechè test di rilevamento radioattività a tappeto su scuole ed asili della zona afferente a quei 20 chilometri.
Se sia o meno possibile fidarsi della Tepco senza alcuna riserva, è una risposta purtroppo scontata.
Sversando altre quantità di tonnellate radioattive nell'acqua già terribilmente contaminata, nient'altro si farebbe che peggiorare ulteriormente la situazione.
Tenendo conto dell'estensione dell'Oceano Pacifico, è possibile poi fare anche altre tipologie di pensieri in merito.
Che si tratti di una nuova e diversa Chernobyl, ormai, è cosa scontata.
Le autorità governative propendono per la soluzione meno peggiore, giunti a questo punto.
L'informazione italiana, non monitorando costantemente e con urgenza la situazione, sta rendendo assolutamente nullo un problema che è di rilevanza mondiale.
I tentativi per rattoppare la falla del reattore 2 sono tutti quanti caduti nel vuoto, con un continuo ed inarrestabile sversamento di acqua radioattiva come sopra scritto.
Se al quadro Tepco si aggiungono le questioni di corruzione e di omessi controlli emerse durante l'emergenza, poco di positivo è possibile pensare.
Sulla fattibilità o meno dell'ipotesi nucleare, sembra che l'ora zero si stia lentamente avvicinando.
Nel mentre, si studiano nuove forme per (ri)mettere in sicurezza il reattore di Chernobyl.
Risulta infatti al limite della resitenza la gabbia di cemento imposta come condizione estrema di sicurezza al reattore 4 della centrale che da 25 anni continua a mietere pericolo e morte.
Su questo tema, l'ennesimo dubbio da sottoporre ai filo-nuclearisti: ciò che per l'uomo è tempo significativamente lungo, quanto è per le scorie radioattive che hanno tempi di dimezzamento assestati su migliaia di anni?
E' produttivo impegnare le future generazioni ad arrovellarsi su come mantenere in sicurezza scorie che impiegano moltissime migliaia di anni per ridurre la propria pericolosità?
Domande ignoranti, forse, ma significative.
Per saperne di più:
http://www.corriere.it/esteri/11_aprile_05/radioattivita-mare-giappone_756624ba-5f54-11e0-a9b0-e35a83b9ad3b.shtml
http://www.libreidee.org/2011/04/fukushima-ora-zero-verso-una-catastrofe-planetaria/
nucleare munch

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