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Questo è per me. Das Leben der Anderen

Creato il 27 agosto 2010 da Spaceoddity
Un uomo entra in libreria e compra Questo è per me. Das Leben der AnderenDie Sonate vom guten Menschen, ovvero La sonata dell'uomo buono di Georg Dreyman.
Glielo incarto come regalo?, gli chiede il commesso.
No, questo è per me, risponde Gerd Wiesler.
È così che l'ex capitano (Hauptmann) della Stasi, col volto e la presenza di uno straordinario Ulrich Mühe, prende infine possesso della sua vita, dopo aver vissuto, spiandole, e riportandole per iscritto, quelle degli altri. Il titolo italiano dell'indimenticabile film di Florian Helckel von Donnersmarck moltiplica appunto l'indefinito tedesco Das Leben der Anderen, ovvero "il vivere degli altri", colto nella sua fluidità, nel suo magmatico incontrarsi e rifluire in quello altrui. Quelle onde, correnti e risacche del nostro quotidiano che vengono registrati sotto forma di numeri all'Istituto di Statistica della DDR, per essere poi celati all'occorrenza: numero di amplessi, di scarpe comprate e di libri letti. Tutti ciò che si può sapere, tutto ciò che conta, di un uomo sono i numeri.
Questo è per me. Das Leben der AnderenAccade però che HGW XX/7 comincia a seguire e a proteggere Georg Dreyman, a scrivere un elaborato reportage dello spionaggio sul controverso drammaturgo, spacciando il progetto di un articolo sui suicidi nella DDR per un'opera teatrale in omaggio all'anniversario della sua nascita, con protagonista Lenin alle soglie della sua Rivoluzione. La vita dello scrittore (un ottimo Sebastian Koch), della sua fidanzata, l'attrice teatrale Christa-Maria Sieland (interpretata dall'incantevole Martina Gedeck), e degli amici e colleghi diventa una pantomima a tratti tragicamente buffa di una fedeltà al regime troppo naïf per non destare sospetti.
In tutto il film, ricercatissimo nella fotografia e nelle inquadrature, la vita è sempre quella degli altri, è quella su cui si avanzano pretese, illusioni, piani, progetti, su cui si stendono come maceti i piani di un Partito e di un bene che è solo l'interesse personale dei tesserati più potenti. Questo è per me. Das Leben der AnderenSulla vita e le speranze degli altri si gioca la propria partita: per questo contano i numeri della vita e non i fatti o il credo, perché sui numeri si può operare, si può agire, questione di matematica, quell'algebra brutale del tutto per sé e niente per gli altri. Nient'altro interessa al tenente colonnello Anton Grubitz e al ministro della cultura Bruno Hempf (i bravissimi Ulrich Tukur e Thomas Thieme).
Si potrebbe dire che buona parte del film è prevedibile, ma questo è un po' il "difetto" delle dinamiche storiche e sociali che conosciamo troppo bene e troppo facilmente ignoriamo. Si potrebbe anche opporre che buona parte delle ragioni profonde del comportamento del Capitano Wiesler e dello stesso scrittore rimangono ignoti e, in buona parte, inspiegabili. Vero, ma proprio così il film guadagna il suo respiro più autentico. A loro modo, sono tutti atti che vengono registrati dalla DDR e poi studiati: nelle ultime scene del film le parti si invertono e sarà Georg Dreyman a spiare retrospettivamente la vita di HGW XX/7. Il piccolo miracolo che compie la sceneggiatura sta proprio nel fatto che, nell'inversione dei ruoli, ciascun personaggio conferma la sua natura e la sua umanità, continua il tentativo di comprendere tutto attraverso i suoi strumenti, ma si appropria di questa ricerca ricostruendo quel che è accaduto, di ciò che accadrà.
È nel dire Questo è per me che si chiude, col film, la vita degli altri e comincia quella che non può più essere raccontata.

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