È un’autostrada nel deserto, quella su cui corre il viaggiatore, stanco per la notte che pesa su di lui e sul deserto circostante. Le luci di un albergo lo invitano a fermarsi per la notte. Una donna lo accoglie sulla porta e lui comprende che quel posto può essere il paradiso, o l’inferno.
E in quel luogo adorabile il viaggiatore incontra man mano particolari inquietanti, fino a scoprire che nella stanza del Padrone i prigionieri dell’albergo si sono radunati per la festa, ma nonostante il loro pugnali d’acciaio non sono in grado di uccidere la Bestia. E allora fugge, ma alla reception gli dicono che può lasciare in ogni momento la stanza, ma che non si può lasciare l’Hotel California.
È la trama della canzone più nota ed enigmatica del gruppo americano “The Eagles”, uno dei più influenti degli anni Settanta assieme a band come i Pink Floyd, i Led Zeppelin e i Queen. Costituitisi nel 1971, gli Eagles sono ancora in attività, con sonorità che spaziano dal country americano all’hard rock.
Il loro album di maggior successo resta in ogni caso proprio “Hotel California”, del 1977, con quattro hits di successo (“New Kid in Town”, “Life in the Fast Lane”, “The Last Resort” e la title track “Hotel California”).
Il testo della canzone, pervaso da un’atmosfera misteriosa e inquietante, ha sollevato numerosi interrogativi portando ad ipotesi estreme sulla natura di questo hotel. Per alcuni si tratterebbe di un manicomio, per altri di un albergo realmente esistente nel deserto, occupato da cannibali. Altri hanno evidenziato riferimenti a rituali demoniaci.
La seconda ipotesi si collegherebbe all’oscura fama della città di San Francisco, che con Londra e Torino sarebbe uno dei vertici del cosiddetto triangolo della magia nera. E del resto, in quegli anni abbondavano i santoni devoti al diavolo, a partire dal famigerato Charles Manson e la sua setta.
C’è da dire però che la band ha sempre respinto queste interpretazioni. E poiché in quegli anni i suoi componenti avevano vari problemi con l’abuso di stupefacenti “Hotel California” è piuttosto una metafora della trappola costituita da queste sostanza a cui facilmente si arriva, “per ricordare o per dimenticare”, ma da cui è difficilissimo allontanarsi.
Il testo vuole anche essere un’allegoria negativa del mito californiano del successo nel dorato mondo dello spettacolo, in particolare di quello musicale. L’apparentemente minaccioso riferimento ai coltelli d’acciaio sarebbe invece uno scherzoso omaggio alla band degli Steely Dan che a loro volta avevano citato gli Eagles in un loro brano.
Eagles – Hotel California