“Al lettore
Questo che segue è il calendario di un mese; ogni giorno porta la vita di una specie di santo, che patisce e gode come i santi tradizionali. Poi il nostro mese finisce, perché a questo mondo tutto deve finire, anche le nostre brevi vite di idioti.
Che mese sia quello che viene dopo, nessuno con sicurezza lo sa; se in prevalenza ad esempio si dovrà ridere o piangere, se saremo soli o in gran compagnia. Ci sono solo supposizioni. Alcune impressionanti.
C’è chi sostiene che il mese che segue non finisce mai più; è un’idea stravagante, e solo a pensarla ci si sente già stanchi.
C’è invece chi dice che si ricomincia sempre da capo, forse su un altro pianeta; ma ogni volta l’umanità è di un gradino più idiota. Finché in un lento progresso, di pianeta in pianeta, si giunge all’assoluta e totale idiozia, in cui nessuno ricorda più niente, neanche le cose più elementari, come ad esempio sentirsi qualcuno diverso da un sasso o da un meteorite. Questo sarebbe lo stato beato.
Qualcuno ha detto che è uno stato somigliantissimo al piombo.”
[Ermanno Cavazzoni _ Vite brevi di idioti _ Universale Economica Feltrinelli _ 1997]