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Qui Laura ci cova.

Creato il 10 luglio 2014 da Lanta991

acta_tSarà il fatto che in passato è stata pesantemente attaccata da diverse forze politiche di nostra conoscenza. Sarà che in passato ha dovuto frequentare molto spesso i tribunali alla ricerca di vendetta per episodi di photoshop online nei suoi confronti. Sarà che col tempo è diventata amica di persone sbagliate che l’hanno deviata e l’hanno portata sulla cattiva strada.

Povera Laura.

Povera te, cara Boldrini, che da mesi invochi a gran voce riforme sul web. Povera te che pensi che qualche regoletta scritta in una Costituzione nazionale possa fare la differenza, difendere i bambini dal cyberbullismo e dai contenuti violenti/inappropriati. Internet è qualcosa di decisamente fuori dalla portata della legislazione italiana, per quanto difficile sia da concepire la cosa, e non sarà il primo gruppetto di deputati a mettergli le briglie. Perché quindi inventarsi dal nulla dei regolamenti che non avranno più valenza di un rotolo di carta igienica di infimo livello?

Ah già, dimenticavo. Tu sai pensando ad una Commissione europea di esperti per lo studio di diritti e doveri dei cittadini digitali. Ad un “Bill of Rights“, come ti piace chiamarlo.

Sarò schietto e diretto: è una amenità bella e buona. Internet non può e non deve avere paletti, non può essere plasmato a livello geografico a seconda dei deliri del politico di turno. Semplicemente, va accettato per quello che è, un mezzo purtroppo colonizzato dai big americani. E se proprio ti stanno sulle balle mamma Google e papà Facebook, ho io la ricetta per risolvere il problema della privacy e della sorveglianza: formare le nuove generazioni, incentivare il mondo open-source, decentralizzare come se non ci fosse un domani.

Sì, cara Laura, questo postl’ho scritto io per il Partito Pirata oggi. E non solo sono pronto a ribadirlo, devo ammettere pubblicamente di essermi trattenuto notevolmente nel giudicare quel testo a fini formali. Ma questo è il mio blog personale, non me ne sbatte, posso manifestare tranquillamente tutto il mio disappunto.

Se questo “Bill of Rights” deve esistere, e spero con tutto il cuore che “si rompa” come uno strappo singolo velo del rotolo di carta igienica low-cost di cui parlavamo precedentemente, non possono non essere tirate in causa tutte le principali Associazioni, italiane e non, che si battono per la difesa dei diritti digitali. Partito Pirata in primis, visto che è rappresentato al Parlamento Europeo. Liquidarle con un “è lecito chiedersi se dietro questi falsi paladini della libertà, che sono pronti a calpestare i diritti di alcuni in nome dei diritti di altri, non si nascondano ben altri interessi” è quanto di più falso ed inappropriato la mente umana possa concepire. Ma soprattutto si discosta in maniera radicale dalla Presidente della Camera che pensavo di conoscere, quella che difende a spada tratta i diritti civili.

I diritti digitali non sono diritti civili di serie B, e qualcuno sta mistificando troppo questa faccenda. Fu così che, in perfetto stile Orwelliano, i buoni diventarono cattivi ed i cattivi finirono (come sempre) a legiferare schifezze ingiuste.


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