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Quia

Creato il 15 maggio 2010 da Renzomazzetti

QUIAState contente umane genti al quia. Questo verso di Dante invita di arrestarsi di fronte alle ragioni nascoste; invita a non cercare i significati degli avvenimenti incomprensibili. Quia è una particella della lingua latina che vuol dire perché, e introduce un periodo in cui si spiega, si dà ragione di qualche cosa; non si tratta di una particella interrogativa, non vuole dire perché?, ma per questa ragione. Dante prosegue: chè se potuto aveste saper tutto, mestier non era partorir Maria. E cioè: se ci era dato il conoscere tutto non era necessario che Maria generasse Gesù; non era necessario che venisse al mondo il figlio di Dio a redimere dal peccato le genti che, sapendo tutto, conoscendo tutte le ragioni della vita, del mondo, dell’animo, non avrebbero certamente peccato, non sarebbero certo caduti nell’errore. Questo fermarsi davanti al mistero è uno degli elementi fondamentali della religione; avere una vasta zona di mistero, di enunciare alcune verità in cui i fedeli debbono credere senza cercarne il significato, le ragioni, senza cercarne il quia; proprio per questo definiti credenti. Ma il verso di Dante lo si cita anche per indicare quell’atteggiamento oscurantista per cui si proclama che l’essere umano ha dei precisi limiti alla sua conoscenza, per cui lo si invita a non preoccuparsi tanto di sapere, di conoscere. STATE CONTENTE UMANE GENTI AL QUIA era il motto dei gesuiti; era il motto della Controriforma, che alla grande sete del sapere che si era diffusa nel mondo al tempo del Rinascimento, rispose elaborando dei dogmi, delle verità assolute su cui i credenti avrebbero dovuto giurare.

COS’E’ LA VIRTU’?

Virtù, Albino, consiste nel dare il giusto peso alle cose

fra cui ci troviamo e di cui viviamo;

virtù per l’uomo è sapere il valore di ogni cosa;

virtù per l’uomo è conoscere che cosa sia retto, utile, onesto

e quali cose siano buone, quali cattive e che cosa sia vano, turpe,

virtù è saper mettere un freno e un limite al profitto, disonesto;

virtù assegnare il giusto valore alle ricchezze,

virtù dare agli onori ciò che realmente si deve ad essi:

esser nemico in pubblico e in privato dei malvagi e dei cattivi costumi,

difensore degli onesti e degli costumi probi,

questi stimare, a questi voler bene, vivere come loro amico;

e ancora, mettere al primo posto il bene della patria,

poi quello dei genitori, infine, per terzo e ultimo, il nostro.

-Lucilio-

QUAEDAM IURA SCRIPTA, SED OMNIBUS SCRIPTIS CERTIORA SUNT.

-Seneca-


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