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Quindici incantevoli minuti

Creato il 08 aprile 2011 da Vivianascarinci

La realtà, dunque, esisteva.
No, mai – non per mia mano. b.a.

 

Perché il brutto non diventi una qualità dell’anima cui non appartiene, bisogna andarsene. Andare in un posto bello in cui gli alberi stanno lì da prima che chiunque se li ricordi o in cui il deserto è rimato ardente e silenzioso da chissà quanto tempo. E il bello non è uguale a niente, come si sa, solo all’agio che richiama una risposta che sfugge ai pensieri, quando senza avere detto sì, sei già perduto nelle sue spire, nei condotti sotterranei che ti riportano a casa. Una casa che davvero poco importa se è quella che abiti, abitavi, non hai mai abitato. Il principe volante è un pretesto. La scusa, quella di pontificare sulla tesi freudiana secondo cui Antonie de Saint-Exupéry, abbia scritto il suo capolavoro, per sublimare non un’omosessualità latente, ma il suo amore di ragazzino verso un’altro ragazzino, e verso quello soltanto. Ma è una scusa, perché l’incanto che danno i quindici minuti che ci vogliono per leggere questo libretto, è dato semplicemente dalla bellezza che ne viene. Cioè dalle bellissime illustrazioni di Filippo Martinez e dalla lingua usata da Barbara Alberti, che dice come il garbo di certa infanzia di poeta, rimane intatto a partire dal lessico soprattutto del suo sguardo sulle cose. Che qui non viene detto, come poteva essere facile, parafrasando Il piccolo principe, la storia del bimbo celeste che poteva scovare in un cappello, le forme abnormi, inghiottite e dimenticate dalla fantasia degli adulti. Viene invece fatto intendere da Martinez con l’azzurro preminente delle sue forme che tra una pagina e l’altra della prosa eburnea dell’Alberti, aboliscono il contrasto tra scrittura e volo, dipingendo l’irrealtà senziente di un’astrazione viva, come fosse un orizzonte. Su questo orizzonte una storia nella storia, suonata in punta di dita, dal lessico fervido e evanescente di una Barbara Alberti qui, senza dubbio, anche poetessa.

 

“A un passo dalla morte Antoine pronunziò infine la parola impronunciabile, ruppe il silenzio con un gesto delicato- si raccontò una storia prima del grande sonno. Dietro il fragile schermo della fiaba si diede a conoscere, di sé rivelando ogni cosa, anche se per parabole e segnali che capiranno solo gli iniziati b.a.”

Quindici incantevoli minuti

 


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