Quindi è tornato The Walking Dead, con la sua quinta stagione. La prima puntata ha totalizzato oltre 22 milioni di spettatori (17,3 in diretta) e la seconda più di 15 milioni.
La serie continua a sviluppare il tema centrale: homo homini lupus. Ovvero, se nella prima stagione il gruppo di sopravvissuti doveva fondamentalmente (ma non esclusivamente) combattere contro i morti viventi (ma c’erano alcuni cattivi quali Merle Dixon e il marito di Carol Peletier), poco alla volta il nemico è l’essere umano.
Prima Shane, che diventa un personaggio negativo (e lo spettatore sa perché), mentre anche Andrea inizia a vacillare, poi entra in scena il Governatore, e la lotta è tutta tra i sopravvissuti e la comunità di Woodbury, quindi Rick ha un crollo, e passa la linea, di fatto impazzendo (ma decidendo di abbandonare le armi e ritrovare se stesso, anche per il bene dei due figli, soprattutto di Carl).
Ora, i confini si fanno ancora più sfumati. E se sono entrati in scena sempre più personaggi crudeli (da Dawn, che si crede Dio, ai cannibali di Terminus, o, nella quarta stagione, Joe e il gruppo di cacciatori e – ancora – i cannibali) si vede che Rick sta assomigliando sempre più al Governatore, accettando con sempre maggiore facilità l’idea di uccider esseri umani. A poco vale la frase mantra che Carl ripete sempre più spesso: “Noi siamo umani“.
Rick Grimes è colui il quale ha allontanato Carol dal gruppo dopo aver scoperto che aveva ucciso alcuni ospiti della prigione malati (e quindi moribondi ed infetti) per il bene del gruppo. Dopo la distruzione della prigione, però, la sua etica cambia ed è lui stesso a trucidare i cannibali.
La serie di Robert Kirkman, 35enne del Kentucky già creatore del fumetto dal quale è stata tratta, attraverso lo scontro tra vivi e zombie, descrive le ansie e le contraddizioni della vita nella società di oggi.
L’unica legge è diventata quella della violenza, e il gruppo di sopravvissuti si sta adattando alla legge del più forte. Situazione visibile soprattutto in Rick, che porta avanti nella quarta stagione due personalità, in bilico tra l’uso brutale della forza e il desiderio di ristabilire i giusti valori per lui e la sua famiglia.
Proprio nell’ultima puntata della quarta stagione Carl, sconvolto e ulteriormente confuso dalla cieca violenza che sembra essersi reimpossessata di Rick, rivela a Michonne tutto il suo malessere: “So cosa vorrebbe da me (mio padre), ma non sono un bravo ragazzo. Non sono come lui mi immagina”.
Nella quinta è evidente che Terminus ha dato la sferzata finale a Rick, che ha scelto dove stare. E alcuni dei sopravvissuti, come Sasha, hanno deciso di adattarsi alla sua scelta.
Sono ormai lontanissimi i tempi della tranquillità della prigione, in cui il gruppo si era illuso di poter ricostruirsi una vita normale. “Se fai del male alla mia famiglia, ti ucciderò” è la nuova filosofia di Rick. Diventerà il nuovo Governatore?
Written by Silvia Tozzi