Il Quinto Conto Energia, in vigore dal 1 gennaio di quest’anno, oltre a separare il fotovoltaico dalle altre fonti di energia rinnovabile, scagliona gli incentivi in tre fasce. Queste tre fasce d’incentivi, all’interno del Quinto Conto Energia, tengono conto della potenza installata e del tipo di rifiuto utilizzato per alimentare un impianto a biogas. Sono esclusi da questi benefici gli impianti che utilizzano colture dedicate alla produzione di biogas. Tutto ciò risulta essere una opportunità molto valida per allevatori e agricoltori al fine di usufruire degli incentivi del decreto.
La fascia più incentivata è quella d’impianti fino a 300 Kwatt di potenza installata. La tariffa intermedia è per gli impianti da 300 a 600 Kwatt, mentre quella bassa è per gli impianti fino a 1 Mwatt. A questi incentivi occorre aggiungere i bonus per chi utilizza impianti a biogas alimentati da rifiuti zootencnici solidi o liquidi. Il valore del bonus è variabile, perché dipende dalla rimozione o meno dell’azoto presente nei prodotti di rifiuto, che verrà poi utilizzato come fertilizzante.
In questo periodo, purtroppo, ottenere crediti bancari è difficile e non si investe facilmente. Basti pensare che attualmente il costo per un impianto sui 100/150 Kwatt di potenza installata si aggira intorno agli 800mila euro, per cui occorre valutare bene quanto e come utilizzare il finanziamento. Un altro punto da aggiungere alle odierne difficoltà è la scarsa pubblicizzazione che oggi si fa attorno al QCE riferito al settore agricolo, ciò impedisce a molti interessati del settore di cogliere questa opportunità.
Infine è auspicabile che agricoltori ed allevatori si aprano, quanto prima, alle nuove possibilità di integrazione al reddito attraverso la richieste degli incentivi del QCE.