Lì per lì, un moto di indignazione che porta a reggerti con tutte e due le mani ai bordi del tavolo, quasi rischiando di planare sulla pietanza serale adagiata sul desco. Il quiz all’ora di cena non fa bene a chi vorrebbe essere lì, prima di tutto, per gustare un piatto saporito.
La domanda non è difficile, o meglio: non dovrebbe esserlo. Che cosa comanda il Presidente del Consiglio (ad esempio, Renzi… mai sentito questo nome?)? Camera, Senato, Governo o Magistratura?
Lei, la campionessa in carica, sgrana gli occhioni da bambi e spara: “La magistratura”. Come se avessimo avvertito un sisma. Mercalli al top rade al suolo le nostre ultime convinzioni e speranze su quanto sia bello sentirsi italiani, figli della Patria di San Francesco, Dante, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Ariosto, Vivaldi, Verdi e Gigi Riva.
Due secondi e la povera Giorgia (questo il nome della campionessa, anzi, ormai ex) viene messa in croce sui social. Si scatena – as usual – una lunga teoria di dietrologi che, comunque, proprio così torto non hanno quasi mai. Vero, verissimo: in quella scatola, nulla è… vero. Tutto (o quasi) è combinato. Come direbbe Paolo Conte, qui si sbaglia da professionisti. Ma, calmato il ribollir di sangue, ormai tramutatosi in pericolosa benzina dai miasmi goebbelsiani (Dio ci scampi da simili tentazioni) contro il catodico mezzo, urge una riflessione.
Questa ragazza ha un nome e un cognome, una vita, una professione e non poche ambizioni. Giorgia Fischetti ha 27 anni, è una giovane insegnante di Storia dell’Arte e Lettere presso un istituto scolastico ternano. A guardare il suo curriculum (pubblico), notiamo che ha ambizioni e che si è spesa in esperienze che vanno dalla didattica all’archeologia. Certo, due o tre soldini fanno piacere a tutti, soprattutto a chi, così giovane, ha necessità di costruirsi un futuro che sia il meno precario possibile. Ma, mi chiedo e forse ci chiediamo, vale proprio la pena esporsi così e, per un errore grossolano, rischiare di passare “mediaticamente” (ed erroneamente) per una che non sa e insegna?
Lo sappiamo tutti. Il quiz televisivo non è cultura e non fa cultura. Se ti va bene, passi per l’erudito che conosce un po’ di nozioni ed è pure fortunato. Se ti va male, ti esponi alla berlina e non gliene frega a nessuno, cara Giorgia, che ti sei fatta un “mazzo tanto” a scavare in un sito archeologico tra Umbria e Marche. Rimarrai sempre quella che crede che il Presidente del Consiglio sia a capo della Magistratura. E non va bene. Siamo ai margini della banalità del Male.
Sempre che non cambi qualcosa. Ma molto in alto. Poi – e lo dico ai miei amici dietrologi – ci sta tutto. Ma qui non stiamo parlando della finzione che, più o meno, agita e struttura il mondo della TV. Qui stiamo parlando d’altro. Di una ragazza che, comunque, ha pieno diritto di crearsi una sua strada. Se non altro oggi saprà qualcosa in più della nostra Costituzione, ma a quale prezzo? [R.S]
P.S.: per questo ho voluto evitare di mettere la solita foto del fattaccio. L’abbiamo vista tutti e il mio scritto vorrebbe fare riflettere su altre questioni.