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Da fan di Zelig e brava pugliese nel 2009 andai a vedere il primo film di Zalone e non lo trovai proprio entusiasmante per cui gli altri due li ho visti in tv piuttosto che al cinema. Questa volta, invece, intorno a me molti dicevano che fosse il migliore tra i quattro film di Zalone per cui, complici i trailer/spot circolati, ieri sono stata a vederlo.
Bene, devo dire che concordo con chi mi aveva detto che è il migliore tra i film di Zalone, ci sono sia sentimenti più nobili che denunce ironiche sul sistema Italia ed il mito del "posto fisso".
Come saprete, il protagonista è il 38enne Checco Zalone, impiegato presso l'ufficio pesca e caccia che si trova demansionato a seguito della riforma delle province. La scelta dei piani alti è quella di liquidare il tfr dei lavoratori ormai in esubero e così tutti, eccetto Checco, accettano di essere liquidati.
Per Checco quello del posto fisso è un mito fin dall'infanzia, l'idea di rinunciarvi è inconcepibile e così accetta le destinazione ed i compiti più disparati pur di non perdere il posto. E' in una di queste trasferte che Checco conosce una giovane ricercatrice e se ne innamora, riuscirà questo sentimento a prevalere sull'interesse?
Con ironia e simpatia vengono fatti passare molti messaggi, il film illustra la realtà che ha affossato in parte il nostro Paese e che continua in alcuni casi a farlo. Oltre alla denuncia, come dicevo, ci sono i buoni sentimenti, quelli legati all'amore romantico e quelli legati alla famiglia.
Nel complesso un film piacevole che sa far sorridere in maniera semplice.