Magazine Politica
di Giandiego Marigo
Arrivano i dati e sono confortanti. abbiamo vinto, la coscienza d'essere popolo sovrano ha fatto un passo avanti,ha imposto il senso del suo esistere.
Ho detto molte volte tutta la mia vergogna di essere parte di questo popolo connivente, oggi, pare persino doveroso, affermare, per contro, tutto l'orgoglio di fare parte di questa reazione popolare.
Mentre scrivo appare palese, ogni attimo più chiaramente che l'ottenimento del Quorum corrisponda alla vittoria referendaria, anche se, al momento, di spoglio e di percentuali di voto non si è ancora iniziato a parlare.
Abbiamo posto il primo mattone di un nuovo tempio, mi si passi la metafora biblica, costruito sulla base del coinvolgimento e della partecipazione.
Ed è questo il dato più rilevante, la sostanza di cui questi referendum sono composti ed il modo in cui il percorso dei comitati referendari si è svolto.
Oggi gli amici dell'imperatore, gracchianti o meno che siano, s'arrampicano sui vetri mentre trapelano percentuali di adesione sempre più bulgare, anche ai veri e propri quesiti referendari.
I giullari ed i lanzichenecchi s'inventano modulazioni sull'emotività legata agli avvenimenti di Fukushima, dimenticando ed ignorando che sull'Acqua sembra esserci l'adesione e la vitttoria più smaccata.
Molti oggi innalzeranno peana e cantici oggi tutti, chi più o chi meno s'attribuiranno meriti, ma è la società civile e la sua “indignazione” l'unico e vero interprete di questo racconto. Non politici di grido,non leader designati o acclamati, nulla di tutto questo.
Silenziosi comitati...gente “normale” che con abnegazione ha scelto la strada della partecipazione e della democrazia diretta.
Tutto questo rientra in un “sommovimento” che sempre più ci appare globale e che parecondurre un “risveglio collettivo", un bisogno di uguaglianza e di pulizia che sembra , finalmente universale.
La lotta alla corruzione, il sogno e l'esigenza di un mondo altro diverso da quello disegnato dal potere appare sempre più chiara ed emerge, nonostante ogni tentativo di ipnosi , di controllo, di repressione.
Non si può non pensare in questo momento alla Spagna, alla Grecia, al vicino Medio Oriente.
Sarebbe sciocco e stolto...davvero impolitico non rilevare il dato di questo sdegno civico e globale, non percepire il senso che quest'onda ci porta.
!La stoltezza è pane moltissimo venduto e consumato in questo paese è, spesso, il senso ultimo dell'agire politico dei nostri geniali “statisti”.
Questi quesiti referendari ci servono su di un piatto d'argento una base comune.
Chiunque ignorerà questo dato sarà condannato alla dimenticanza, mentre questa precisa volontà ci segnala lo spasmodico bisogno di “mondo nuovo” che caratterizza i reali bisogni di questo popolo.
Esigenza non sempre completamente consapevole, spesso avvolta e nascosta dietro ad una montagna di distrazioni mediatiche, spessissimo deviata “culturalmente” ed artatamente, verso mille falsi obbiettivi, ma presente, fortissima.
Il lavoro comincia oggi!
Da questa vittoria,da questa affermazione di “volontà popolare e di sovranità”, che dovremo proteggere e preservare da ogni nsinuazione e da ogni uso strumentale.
Perchè ci proveranno...lo stanno già facendo, come fanno sempre. Tutti hanno vinto nessuno ha perso...ognuno si ascrive la sua parte di gloria e merito e le medaglie al valore vanno ad un tanto al chilo.
Abbiamo parlato di cose serissime!
Sono satate messe in campo le premesse, alcune anche se non tutte, che delimitano l'Area di Progresso e Civiltà.
Ora vanno elaborati comportamenti, culture, modi e mode. Ora dobbiamo proporre “la visione”.
Perchè questo paese ne ha tremendamente bisogno e solo la partecipazione ed il controllo democratico, solo il continuo esserci e contare potrà evitare che tutto questo si trasformi in una semplice e vuota “sostituzione”.
Cambiare un autista non modifica il mezzo sul quale viaggiamo e nemmeno l'obbiettivo verso il quale dirigiamo.
Diciamoci anche che non è “generalizzato” questo spirito, bensì modulato in diversi toni.
Nello stesso fronte referendario , molti , artisti dell'equilibrio pragmatico e praticanti della condivisione culturale stanno già meditando i correttivi che permettano di non modificare affatto la linea di pensiero che sottende questo territorio dove loro “sguazzano e sopravvivono".
Ed è di questo territoro che stiamo parlando quando discutiamo di cambiamento, quando teorizziamo e parliamo di democrazia diretta e società civile...manteniamo altolo spirito dei comitati referendari, non concediamo ai “professionisti della politica inciuciona” una vittoria che non gli appartiene. Molte volte abbiamo peccato di questa disattenzione e molti “movimenti” abbiamo loro donato.
Siamo vigili! Perchè il politico inciucione si annida anche nei nostri pressi, pronto a trasformare un successo di popolo nella base di un compromesso...più o meno storico.
Pacifici e non violenti ma non meno che decisi e radicali...perchè chiedere che sia realizzata una visione di mondo non è reato anzi è cosa buona e giusta.
Cosa spiritualmente alta.
Lo spirito sia quello che mosse i primi passi, quello che scelse diversi colori per esprimersi e che decise d'essere multicolore, quello che fissò la sua attenzione sui contenuti piuttosto che sui contenitori.
Quello che non chiese altro che non fosse il rispetto del dettato costituzionale.
Quello che si qualificò , sempre, come pacifista e non violento. Quello che al dito indicante preferì la luce della Luna.
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