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quosque tandem abutere, catilina, patientia nostra?

Creato il 27 settembre 2010 da Pesa

Al ginnasio la mia insegnante di lettere -italiano, latino, greco, storia e geografia- era un'incompetente. Rappresentava il classico stereotipo della docente italiana così come viene descritta e interpretata nei "grandi" film e telefilm degli anni 80; per fare un esempio. La suddetta oltre essere zitella era pure brutta. Con parvenze simili a quelle di uno spaventapasseri, si aggirava per i corridoi del liceo, seminando terrore e malevoli occhiate indirizzate a giovani coppiette che negli anditi davano libero sfogo al proprio amore con limonate epiche, e lei li subito a guardare con occhio invidioso e malvagio, nella speranza, e aggiungerei desiderio, di un amore che non sarebbe mai giunto. Per questo motivo sfogava la sua immensa frustrazione sentimentale sui poveri studenti.Per due anni è stato l'incubo di una classe che non si applicava mai tanto, non studiava quasi niente e soprattutto vantava il record, ancora imbattuto, di una serie di note giornaliere, della durata di due settimane, nel registro, che in sostanza esprimevano il concetto: "La classe si rifiuta di studiare i verbi greci". Che ci volete fare, l'aoristo non ci è mai stato tanto simpatico. Portata all'esasperazione, un giorno riuscì, con la sola forza delle sue rachitiche e esili braccia, a sollevare il Lorenzo Rocci e IL Castiglioni Mariotti insieme, scagliarli a terra con una forza inaudita e scappare in lacrime per i corridoi.Poi arrivò il liceo.La mia scuola vantava il titolo di "miglior liceo classico di Cagliari" (ora le male lingue della fazione opposta dissentiranno su questa mia affermazione, però effettivamente l'onorificenza era strameritata). Questo perché? Beh i nostri professori erano di un certo livello, nomi di certo non famosi a livello planetario, però su scala nazionale facevano la loro bella figurina. In particolar modo Lei. Già citata spesso e volentieri all'interno di questo fatiscente blog, Lei rappresenta il mio guru, la mia guida. Descritta dagli studenti più grandi come il male e il sapere impersonificato in un'unica entità (ma ricordata poi con estremo affetto), era oggetto di leggende e racconti incredibili. Dotata di una cultura straripante, era in grado di spaziare dai classici latini e greci a descrizioni minuziose e terrificanti di architettura, senza lasciare da parte la moda, l'arte, la musica ecc ecc. Ricordo ancora chiaramente i trenta minuti di spiegazione della facciata della Chiesa di Santa Maria del Pi a Barcelona. Aveva uno charme particolare, una capacità di attirare l'attenzione su di se non indifferente -e non parlo del suo abbigliamento e pettinatura stravaganti- che hanno sempre caratterizzato il suo personaggio. Sapeva di essere sgradevole alla vista, quindi usava l'arma della saggezza, della parola. Ti imbambolava con discorsi mirabolanti e soprattutto con un caffè. «Professore la prego! I termosifoni sono spenti, tutti gli altri professori son d'accordo nel farci tornare a casa, solo lei è l'unico contrario»«Ma no ragazzi -parlava con una pacatezza e lentezza soporiferi, soprattutto nell'atto della spiegazione di Hegel- dobbiamo andare avanti, siamo in ritardo con il programma»Arriva Lei«Marco, lascia perdere -lo prende sotto braccio- andiamo a prenderci un caff軫Ma Maria Antonietta, come!? Anche tu sei d'accordo, poi ora anche tu hai lezione»«Marco... il caff軫...»Una volta addirittura riuscì ad evitare una multa su un pullman. Era alquanto "alternativa" come persona, quindi non ragionava secondo regole dettate dalla società, ragionava secondo regole dettate dal suo buon senso. Quindi per dover fare due fermate non le sembrava giusto pagare 1€ di biglietto. Salì il controllore. Niente biglietto. Ma non giustifico affatto il suo gesto sul pullman, come farebbe una qualsiasi persona sorpresa nell'atto di viaggiare gratis, prese sotto braccio il controllore con fare amichevole, come se si conoscessero da anni, e disse «Dai caro, andiamo a prenderci un caffè».Era così, penso lo sia ancora in effetti. Molte donne usano il fascino, la bellezza, magari si morsicano le labbra e sbattono le ciglia. Ma Lei no. Madre natura non Le ha concesso questo dono. Le ha concesso un cervello immenso con il quale riusciva ad ammaliare anche uomini con un basso livello culturale e intellettuale, come può essere il controllore di un pullman. O il professore di filosofia.

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