Come si effettua il calcolo della quota nella successione legittima e testamentaria che spetta ad ogni erede sia in presenza di un coniuge sia in sua assenza, quella che spesso viene definita volgarmente " la legittima dell'eredità".
Come abbiamo specificato nell'articolo dedicato alla successione nella guida alla successione avrete notato che potrete trovare abiti fronte a un'apertura della successione in cui è presente un testamento olografo o segreto.
Da tenere presente che nel caso in cui vi sia un testamento olografo è necessario comunque individuare la quota legittima che spetta di diritto ad alcuni familiari e poi la quota disponibile ossia quella di cui può disporre il defunto attraverso il suo testamento.
La discriminante rispetto al calcolo della legittima la fa la presenza di un coniuge in vita e la presenza o meno di un testamento: Vediamo qui quali possono essere le pricipali situazioni che si possono venire a creare nella successione.
Moglie o Marito in vita senza figli
Il caso infatti in cui il coniuge sia ancora in vita ma non vi siano figli tutta l'eredità spetterà al coniuge e anche se vi fosse un testamento al coniuge comunque andrebbe la quota legittima pari alla metà dell'eredità. Se invece vi fosse un figlio in vita allora nel caso in cui non ci sia un testamento l'eredità sarebbe divisa tra il figlio e la moglie in parti uguali mentre nel caso in cui il testamento non ci sia alla moglie andrebbe un terzo dell'eredità ed un terzo all'altro figlio mentre la quota disponibile sarebbe del restante 50%.
Moglie o marito e Figli in vita
Nel caso di coniuge, moglie o marito e due figli in vita alla moglie spetterebbe la metà dell'eredità e ai figli l'altra metà da dividere in parti uguali ossia 25 per cento a testa. La quota disponibile sarebbe pari al 25%.
Nel caso di coniuge, moglie o marito in vita più di due figli invece ed in assenza di un testamento per la successione alla moglie andrebbe un terzo dell'eredità e ai figli un terzo da dividere in parti uguali (33.33% diviso il numero dei figli). Nel caso vi fosse un testamento la quota legittima della moglie sarebbe di un terzo come quota legittima, mentre la quota disponibile ossia di cui poter disporre sarebbe di un quarto dell'eredità.
Casistiche senza coniuge in vita
Nel caso in cui il coniuge non sia ancora in vita il discorso cambia anche se segue una logica ben precisa che è quella comunque di salvaguardare i figli (se ancora in vita). Infatti nel caso di figli in vita e assenza di coniuge e nel caso in cui nella successione non vi sia un testamento il 100 per cento dell'eredità andrà al figlio o in parti uguali ai figli se più di uno. Se vi fosse un testamento questo dovrebbe comunque garantire che il cinquanta per cento vada ai figli mentre l'altro 50 per cento dell'eredità è disponibile.
Se vi fossero due figli la quota legittima salirebbe a due terzi mentre quella disponibile sarebbe la restante parte.
Senza Figli e senza moglie o marito
Nel caso in cui non vi sia il coniuge in vita e non vi siano figli, ascendenti o anche genitori ancora in vita allora ai fratelli o sorelle andrebbe tutta l'eredità in parti uguali. In questo caso il legisaltore è evidente come consiferi la famiglia come un nucleo principale che ruota intorno ai coniugi e ai figli e consideri invece in modo paritetico gli altri parenti, con trattamenti fiscali agevolati per portatori di handicap.
Casisitiche senza figli e/0 senza coniuge
I casi senza figli e senza la presenza di un testamento che disponga diversamente la quota legittima per il coniuge aumenta a due terzi mentre ai parenti ascendenti, fratelli, sorelle, diventerebbe un terzo. Più complesso è il caso di coesistenza di ascendenti e fratelli in quanto le quote da dividersi sarebbero a quel punto pari a un terzo al coniuge, un quarto da dividersi tra gli ascendenti e un dodicesimo da dividersi tra i fratelli o sorelle. Nel caso invece vi sia un testamento il discorso deve prendere in considerazione la quota legittima del 50 per cento del coniuge e e del 25% per gli ascendenti.
Nel caso in cui non via siano figli, coniuge e testamento ma solo ascendenti, a questi andrebbe un terzo dell'eredità in quota legittima mentre la restante parte sarebbe tutta disponibile.
Tre o più figli e coniuge vivente
Aspetto particolare invece di presenza di tre figli che in questo caso non abbatteranno la quota legittima di un terzo del coniuge perché ai figli spetteranno comunque massimo due terzi da suddividere però in parti uguali fra ciascuno di essi.
Successioni e quote nel caso di assenza del coniuge
Nel caso in cui non vi sia il coniuge ancora in vita ma vi siano figli o gli stessi genitori ancora in vita ai figli e genitori o fratelli andranno tutti i rapporti giuridici attivi e passivi quindi il 100% dell'eredità. In caso di copresenza il 100% dell'eredita' sara' suddiviso in parti uguali.
Nel caso in cui vi siano solamente ascendenti o ascendente questi avranno diritto al 50% dell'eredità in parti uguali.
Il caso residuale poi è quello in cui non esistono genitori figli fratelli coniugi del defunto
Verità viene distribuita in parti uguali ai parenti più prossimi ma comunque entro il sesto grado in parti uguali e senza fare distinzione del grado o della linea di parentela. Vi ricordo sempre che queste sono le quote con cui subentrate nella successione, sempre che l'accettiate, acquistando la titolarita' in proporzione sia dei crediti sia dei debiti del defunto.
Importante per finire alcuni aspetti di non poco conto come il calcolo dell'imposta sulle successioni, oppure come la donazione o la successione di prime case in quanto sono argomenti che sono agevolati dal legislatore in termini di minor carico fiscale. La ratio normativa è sempre quella di agevolare il diritto all'abitazione (non abitazioni di lusso) e soprattutto di abitazioni principali. A tal proposito vedrete quidni che ci sono delle soglie al di sotto delle quali sono previste delle minori imposte o tasse da versare.
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