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Qvc cresce in Italia e amplia l'offerta (Il Sole 24 Ore)

Creato il 30 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Qvc cresce in Italia e amplia l'offerta (Il Sole 24 Ore)"Italy? Really, really exciting". E come dargli torto. L'azienda guidata da Gregg Bertoni, cioè Qvc, tre anni e mezzo fa in Italia non esisteva. Ora occupa più di 600 persone e lo scorso anno ha realizzato il nuovo record di ricavi, ampiamente al di sopra dei 100 milioni di dollari.
Percorso per nulla scontato per chi decide di affrontare il mercato italiano della distribuzione nel momento peggiore dal dopoguerra, ma che continua a crescere anche in questi mesi a dispetto della frenata dei consumi. "Natale è andato bene - spiega Bertoni, neo-numero uno di Qvc Italia, in carica dal 1° gennaio - e quindi anche il quarto trimestre si chiude in crescita". Niente numeri però, perché l'azienda è parte del coosso Usa Qvc, quotato al Nasdaq (con la holding Liberty Interacive), secondo canale televisivo statunitense per dimensioni con 8,5 miliardi di dollari di ricavi.
E tuttavia il senso della crescita è visibile nei dati disponibili, perché già nei primi tre trimestri le vendite (88 milioni di dollari) hanno superato in Italia l'intero fatturato del 2012, pari a 87 milioni di dollari. Business che il colosso Usa ha sviluppato nella vendita multicanale, attraverso televisione e internet, diventando leader globale nello shopping tv con oltre 11 milioni di clienti e 17mila dipendenti nel mondo. Il gruppo è sbarcato in Italia nel 2010 con un investimento superiore ai 70 milioni di euro tra il quartier generale di Brugherio, il nuovo centro logistico di Piacenza, le campagne di comunicazione per promuovere l'attività. "Pensi che tre anni e mezzo fa qui eravamo appena in cinque mentre ora ci sono più di 600 addetti. Lo scorso anno abbiamo inserito 172 persone e un'altra cinquantina entrerà nel 2014". Che, per il manager statunitense con origini toscane, sarà ancora "bullish", in forte crescita, anche se con tassi di sviluppo via via meno esplosivi.
L'esperienza del gruppo in Italia è finora positiva, anche se in prospettiva resta qualche incognita regolamentare. Il riordino della numerazione sul telecomando, che potrebbe non essere del tutto concluso, mette in forse l'assetto attuale. Scenario per nulla gradito da chi ha impegnato ingenti risorse per farsi conoscere. "Siamo preoccupati - chiarisce Bertoni - perché abbiamo investito molto in comunicazione e vogliamo difendere il nostro canale attuale, cioè il 32". I piani futuri dell'azienda, che trasmette 17 ore al giorno sette giorni su sette, prevedono l'allargamento del business sfruttando anche altre tecnologie. "L'elevata penetrazione degli smartphone in Italia - spiega Bertoni - ci offre grandi opportunità per raggiungere i clienti ovunque. L'e-commerce per noi è complementare, lo vedo più come un'opzione di sviluppo che come una minaccia rispetto al business televisivo". L'altra linea strategica è l'allargamento della gamma di prodotti offerti. "Il 47% dei marchi che proponiamo - aggiunge il ceo - è italiano e l'italianità è uno dei valori che cerchiamo di trasferire ai clienti. La differenza, rispetto all'inizio della nostra attività, è che prima eravamo noi a cercare le aziende; ora accade il contrario".
Luca Orlandoper "Il Sole 24 Ore"

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