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R- CRASI, CAVEA; Lettori; Perle

Creato il 03 gennaio 2012 da Chinalski

Cràsi
Dal latino tardo crasi(m), che è dal greco krâsis, propriamente ‘mescolanza, fusione’.
Sostantivo femminile.
1. (linguistica) Fusione in un’unico suono dell’ultima vocale d’una parola con la prima della parola seguente; è un fenomeno tipico della lingua greca: v’aggio in proferto il cor; mâ voi non piace (Petrarca).
2. Nella medicina ippocratea, la fusione dei quattro umori fondamentali (sangue, flemma, bile bianca e bile nera) di cui si riteneva composto l’organismo o la mescolanza di medicamenti.
Crasi sanguigna, ematica: il rapporto tra i diversi elementi del sangue, la composizione sanguigna.

Una (parola) giapponese a Roma

Cavea ['cavea]
Dal latina cavea(m), propriamente ‘cavità’, di etimologia incerta.
Sostantivo femminile.
Nel teatro classico, l’area destinata al pubblico, costituita da gradinate semicircolari.

I lettori ci scrivono

Un lettore ci chiese anni fa se è corretto utilizzare la forma "un di cui" per indicare una parte o una specializzazione dell’insieme. Dalle definizioni da noi trovate non risulta corretta tale forma.

Cui
Latino cui, ‘che, il quale’.
Pronome relativo invariante.
1. Sostituisce il quale, la quale, i quali, le quali nei complementi indiretti, ed è normalmente introdotto da preposizione: la persona di cui ti ho parlato; il progetto a cui accennavi; la casa in cui abitiamo; le persone con cui trattiamo; la ragione per cui sono partito; il sentiero su cui camminavamo.
2. Come complemento di termine, specialmente nell’uso letterario, si può usare anche senza preposizione: l’amico (a) cui mi sono rivolto.
3. Posto fra l’articolo e il sostantivo, ha valore di complemento di specificazione (del quale, della quale, dei quali, delle quali) e rifiuta la preposizione di: la cui fama, il cui merito, al cui nome.
4. Nell’uso antico o letterario, anche come complemento oggetto: un picciol ramo, cui gran fascio piega (Petrarca).
5. (locuzione congiuntivale per cui) Specialmente nel linguaggio parlato si usa per cui con valore di "e perciò", "per la qual cosa", riferito a un concetto espresso precedentemente: non m’intendo di queste cose, per cui preferisco tacere.
6. (antico) Usato in luogo di chi nei complementi indiretti: guarda com’entri e di cui tu ti fide (Dante).
7. (pronome interrogativo, disusato) Chi, in proposizioni interrogative dirette e indirette, nei casi obliqui: guarda com’entri e di cui tu ti fide (Dante).

Perle dai porci

"[...] perché la luna non vive di luce propria!"
In ufficio, parlando di eclissi.

Gentilmente proposta da Pino De Noia.



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