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Racale e Taviano nelle cronache post-unitarie d’Oltralpe

Creato il 25 marzo 2014 da Cultura Salentina

Racale e Taviano nelle cronache post-unitarie d’Oltralpe

25 marzo 2014 di Redazione

di Matteo Bellaluna

Racale e Taviano nelle cronache post-unitarie d’Oltralpe

A qualche giorno di distanza dal 153° anniversario dell’Unità d’Italia, reputo opportuno rendere partecipe la Comunità salentina di un ritrovamento documentale, tanto casuale quanto utile.

Le prime fasi del Regno d’Italia sono state spesso caratterizzate da fatti sanguinosi, soprattutto nel Meridione, dove si verificarono numerose rivolte popolari e si impose il fenomeno del brigantaggio.

Anche molti comuni dell’allora provincia di Terra d’Otranto furono coinvolti in questa più vasta situazione di contrasti e lotte politiche tra filo-borbonici e sostenitori dell’Italia Unita. Per di più, il fenomeno del brigantaggio, per molti anni, ebbe particolare vigore anche nel Sud Salento (si pensi al noto brigante di Alliste, Quintino Venneri, detto “Macchiorru” e ai suoi compagni) e oggi risulta essere ancora un controverso argomento di dibattito per gli storiografi.

Non ci stupisce dunque che, in questo contesto, un fatto di cronaca avvenuto nei comuni di Racale e Taviano (all’epoca con una popolazione non superiore ai 3000 abitanti) venga riportato sulle pagine di un importante quotidiano francese: “Journal des débats politiques et littéraires”, fondato nel 1789 e stampato sino al 1944. Il fatto, sulla prima pagina del giornale edito il 3 Maggio 1861, viene esposto in appena 13 righe.

Riporto il testo dell’articolo e di seguito la mia personalissima traduzione dal francese, per la cui elementarità già mi scuso.

Testata del “Journal des débats politique et littéraires”, 3 Maggio 1861.

«Dans les communes de Taviano et de Racale, province de Terre d’Otrante, plusieurs soldats bourboniens débandés se mirent à crier: “Vive François! à bas Emmanuel!” et renversèrent les armes nationales. Le syndic de Taviano, qui voulut les faire punir, fut tué à coups de stylet. Le juge de Casareno, qui accourut avec un certain nombre de gardes nationaux, trouva la réaction apaisée; néanmoins des perquisitions et des arrestations eurent lieu, et l’on croit que les auteurs de l’assassinat’du syndic sont entre les mains de la justice».

«Nei comuni di Taviano e Racale, provincia di Terra d’Otranto, diversi soldati borbonici sbandati hanno cominciato a gridare: “Viva Francesco! Abbasso Emanuele!” e hanno rovesciato gli stemmi nazionali. Il sindaco di Taviano, che voleva farli punire, è stato ucciso a colpi di stiletto. Il giudice di Casarano, che è accorso con un certo numero di guardie nazionali, ha trovato la rivolta già placata; tuttavia ci sono state delle perquisizioni e degli arresti, e si pensa che gli autori dell’assassinio siano nelle mani della giustizia» (da Journal des débats politique et littéraires, 3 Maggio 1861).

Articolo dal “Journal des débats politique et littéraires”, 3 Maggio 1861.

L’articolo fa riferimento ad un fatto che noi sappiamo essere accaduto il 7 aprile del 1861.

Il Francesco e l’Emanuele a cui si fa riferimento sono rispettivamente: Francesco II delle due Sicilie, della casata borbonica, ultimo re di Napoli; e Vittorio Emanuele II, Savoia, Re d’Italia e Padre della Patria. Infine, il redattore dell’articolo, grossolanamente confonde la vittima poiché l’assassinio non fu ai danni del sindaco bensì a danno del vicesindaco del comune di Taviano, Generoso Previtero, cui poi la municipalità tavianese dedicò una strada. Sprazzi di Risorgimento nelle terre del Salento.


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